lunedì 20 dicembre 2010
Dopo l'intervista: nota della redazione.
Durante la telefonata il sopracitato Mazzone ha negato con serenità di essere coinvolto in tutta questa storia, spiegando per altro di non fare l'agente pubblicitario. In fine ha mostrato tutto il suo rammarco per esser stato chiamato in causa proprio lui che ha sempre mantenuto uno stile di vita sobrio e onesto.
Personalmente, sono dispiaciuto ogni volta che si toccano le corde sentimentali e morali della nostra esistenza; tuttavia questo mio hobby e mia passione di riportare umilmente le notizie e andare alla ricerca di ogni aspetto e di ogni fatto... mi impone una certa rigidità.
Quello che posso fare - e che sempre faccio - è pubblicare una seria e tranquilla smentita, della quale, nel caso in oggetto, rimango in attesa.
Sebastian Recupero
domenica 19 dicembre 2010
Caso Cine-teatro comunale: intervista a Franco Zanghì
In tutte le grandi città questo tipo di comunicazione viene fatta perlopiù in zone a forte flusso pedonale e automobilistico. Posso darti indicazioni di installazioni a Vienna, Parigi, Roma, Milano e qualsiasi altra città del mondo; solo per citarne una in particolare basta ricordare il Piccadilly Circus di Londra e non credo che il Comandante della Polizia Municipale Londinese sia meno informato della dottoressa Mazzone.
Gli unici posti a Patti dove transitano pedoni e macchine sono Piazza Marconi e Piazza Mario Sciacca. Ho chiesto licenze per entrambi i posti e ho le relative autorizzazione, ma potendo investire su un solo tabellone perché a Patti, come si sa non, c’è un’economia sufficiente a giustificare questo tipo di investimento. Tuttavia con enormi sacrifici e con la passione che mi ha spinto a non pensare alla parte economica –come dicevo- sono riuscito a metterne uno –non dimentichiamo che uno schermo di quelle dimensioni costa quanto una casa-. Quindi in accordo con i primi inserzionisti abbiamo scelto Piazza Mario Sciacca perché secondo una nostra modesta valutazione c'era un maggior flusso di pubblico.
Sia per il primo che per il secondo impianto ho chiesto le autorizzazione al sindaco Venuto e mi sono state rilasciate nel giro di qualche mese dal sindaco Venuto (allego le licenze).
Qualche malizioso dice che tutta la polemica sul cine-teatro non sarebbe nata se non avesse avuto qualche diverbio con il gestore, Franco Musarra. Avete avuto degli screzi, una lite? Se si, in merito a cosa, allo schermo?
Franco Musarra non ha mai nascosto di essere contrario a quello schermo perché –come lui stesso mi disse più volte- era una sua idea e voleva metterlo lui già prima di me e di questo ne aveva già parlato col suo agente pubblicitario [qui l'uso del termine "agente" non ha qualificazione professionale - e non potrebbe averla perché non è agente di professione - ma si riferisce ad una probabile consulenza, in quanto questa persona è un conoscitore del settore pubblicitario. ndR] Franco Mazzone (fratello del comandante dei vigili che oggi manda al sindaco una nota dicendo che il tabellone è fuori regola –Sic!-). Non ho mai avuto alcuna lite con Musarra anche se devo ammettere che diverse volte mi ha fatto saltare i nervi perché con battute un po’ troppo provocatorie e con atteggiamento “palermitanesco”mi chiedeva quando avrei tolto lo schermo.
Molti mesi dopo l'ultimo contatto con Musarra, più o meno cordiale, mentre mi trovavo in Kosovo per un documentario, venni a sapere da mio figlio che il gestore del comunale aveva chiesto un pizzo di 800 euro per far svolgere uno spettacolo teatrale patrocinato dal comune e quindi rientrante tra le 40 serate gratuite che il comune si riservava con la convenzione del 2003. Fu mio figlio ad avviare una campagna stampa per far chiarezza sulla gestione dell’importante struttura pubblica. In pochi giorni saltò fuori che tutte le compagnie locali che si erano esibite col patrocinio del comune avevano pagato un pizzo al gestore sotto forma di rimborso spese. A questo punto –io intanto ero rientrato- abbiamo voluto vederci chiaro e abbiamo richiesto le carte al comune. Carte che ci sono state consegnate solo in minima parte e con enorme ritardo in base a quanto previsto dalla legge (anche questo dimostra l’atteggiamento simil-mafioso con cui viene trattato il cittadino che vuole ficcare il naso nei conti pubblici.
Poi per fortuna la magistratura venne a sapere della vicenda e fu avviata un’indagine approfondita.
Ci saranno ancora sviluppi legali sulla vicenda del cine teatro? A che punto siamo arrivati? Cosa succederà?
Io stesso sono stato sentito come persona informata sui fatti e mi è stato chiesto di mantenere il più assoluto riserbo sull’oggetto dell’incontro con gli inquirenti. Quindi oltre a dire che c’è sicuramente un fascicolo sul tavolo del giudice non sono in condizione di dirti altro.
E poi…dietro la gestione del cine-teatro, secondo la sua opinione, potrebbero configurarsi più reati penali o demeriti e disattenzioni della politica nella compilazione del vecchio bando e nella valutazione sulla condotta del gestore?
Il vecchio bando basta leggerlo per capire che è stato fatto da persone estremamente incompetenti, ma non credo che nella redazione del bando si sia voluto favorire qualcuno. Quello che sappiamo è che Musarra ha gestito il Cine Teatro Comunale per quasi dieci anni, con vari rinnovi del bando e proroghe più o meno regolari, e in tutto questo tempo il comune ha incassato 8.500,00 euro a fronte di una previsione di circa trecentomila euro. La cosa strana è che, ammesso che la previsione degli incassi fosse stata fatta male all’origine perché priva di dati statistici su cui basarsi, non si capisce perché il comune non ha apportato modifiche alla scadenza del bando dopo i primi 36 mesi gestione come non solo la legge, ma anche buon senso vorrebbe. Voglio dire: io Comune di Patti prevedo di incassare mille- poi faccio i conti e mi accorgo di avere incassato Uno -e in più mi indebito con chi invece mi doveva far guadagnare dei soldi- deve venirmi il sospetto che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Allora mi chiedo: perché dal comune non è stato messo in atto nessun tipo di correttivo? A chi conveniva mantenere la situazione corrente oltre al gestore, visto che pur sostenendo che gli incassi erano bassi e giustificando delle spese che superavano di gran lunga i guadagni, continuava a gestire in perdita una struttura per quasi 10 anni?
Ma lasciamo stare la parte del danno economico nei confronti del nostro Comune, anche se non è cosa da poco, perché dobbiamo ricordare che quella struttura è stata pagata da noi cittadini con un mutuo per il quale ogni sei mesi paghiamo la rata; ancora oggi.
Parliamo del danno sociale. Le nostre associazioni locali non hanno potuto usufruire di una struttura pubblica costruita dai loro nonni e ristrutturata dai loro padri perché un certo Musarra –arrivato da Palermo, non si sa bene come- con la complicità di un assessore e di un vice sindaco hanno ritenuto che la cultura a Patti doveva essere usata come strumento per l’estorsione di consenso elettorale per la parte politica e di benefici economici per il gestore.
Capisco bene che quello che dico è grave e che rischio di trovarmi nella posizione di dover spiegare il senso delle mie affermazioni. Ma se ci sarà un processo su questi fatti voglio partecipare ad ogni costo, perché solo in quella sede potrò mostrare le carte in mio possesso che chiariranno una volta per tutte le commistioni tra politici e imprenditori a diversi livelli e per diverse altre cose, tanto che la questione del comunale sarà solo il punto di partenza, la punta dell’iceberg che nasconde una malapolitica ormai radicata in profondità. Dimostrerò che quando parlo di Mafiopoli so esattamente quello che dico.
Brevemente, perché i politici che amministrano la città ce l’hanno con lei?
Io non so se ce l’hanno con me, ma se tu dici così significa che hai informazioni che io non ho. Presumo tuttavia di non essere molto simpatico alla maggioranza dei politici. Forse perché dico le cose che penso e non ho nulla da temere (come vedi pago le conseguenze) io non ho mai chiesto favori e privilegi, non ho mai scambiato la mia libertà di parola con niente. Un popolare proverbio nostro dice che comandare è meglio di un’altra cosa che non dico ma che tutti capiscono, io aggiungo che nel mio caso poter “parlare” è anche meglio di “comandare”. Quindi immagina tu cosa ci vorrebbe per farmi chiudere la bocca. Quello che li fa arrabbiare di più è che non sono di nessuna parte politica e non ho padroni a cui possono rivolgersi. Dicono che sono una mina vagante, una scheggia impazzita, una cellula cancerogena. I politicanti risolvono sempre le questioni in qualche modo. Hai visto sicuramente “Il Padrino”, gli affari sono affari.
Io critico quello che c’è da criticare sia che appartenga alla destra, al centro o alla sinistra. Se mi permetti ti faccio un esempio: sai bene che sto criticando aspramente questa amministrazione, ma non ho mai tralasciato di criticare l’opposizione quando, secondo me, non è stata sufficientemente attenta alle malefatte dell’amministrazione. Proprio ieri ho criticato duramente il leader del Polo delle Libertà della nostra zona, On. Corona (che qui è opposizione), su una legge regionale portata avanti da lui con la quale vorrebbe far spostare le antenne della telefonia mobile fuori dai centri abitati, senza che abbia la minima competenza tecnica per valutare quello che succederebbe dopo. Tu pensa che già i telefonini non prendono adesso. Spostare le antenne lontano dai luoghi abitati (quindi dagli apparecchi telefonici) significherebbe aumentare a dismisura la potenza dei trasmettitori, sia come ripetitori che come telefonini stessi. I cellulari infatti regolano in automatico la potenza in uscita in base alla potenza del segnale ricevuto. Vale a dire che quando utilizziamo il telefono in una zona col segnale basso il nostro telefono aumenta di potenza e ci “frigge più in fretta la testa”. Al contrario dove c’è un buon segnale di ricezione il cellulare funziona a bassa potenza. Ora l’On. Corona dovrebbe informarsi meglio prima di lanciare leggi che magari poi per motivi legati ad altre porcherie politiche vengono approvate senza che nessuno ne abbia realmente coscienza. Allora cosa dovevo fare? Non criticare Corona perché rappresenta l’opposizione a questa amministrazione? Io non faccio politica come la intendono loro, io mi interesso della vita pubblica della mia comunità, del mio Paese, del mio continente, del mio pianeta e quando posso anche del mio sistema solare. Non posso non interessarmi di tutto ciò che ho attorno. Che vita sarebbe?
Quali altri soggetti, anche sotto un profilo generico, possono essere oggetto delle “attenzioni” di cui è stato oggetto lei?
Questa è una bella domanda e ho anche una bella risposta, ma non posso provarla perché la gente ha paura (ecco perché spesso parlo di mafia anche se non ci sono state –fino ad oggi attenzione!!! e solo perché il nostro, tutto sommato, è un paese di brava gente - azioni criminose di tipo violento, anche se qualche macchina a qualche politico di questa razza gli è stata bruciata).
Posso riferire voci che girano, voci di popolo, ma voci insistenti. E’ risaputo che ogni esercizio pubblico: bar, ristoranti, gelaterie, etc, etc, con sistemi messi in piedi ad arte da chi in questa città detiene il potere, vengono costantemente lasciati con un piede fuori dalle regole e fatti sopravvivere in semiclandestinità. Questa è una bella leva che costringere gli operatori economici a stare “muti” e tirare avanti. E’ una regola malavitosa, non è malapolitica. Quali sono le principali attività della delinquenza organizzata? Far pagare una pesante percentuale sui guadagni delle attività illegali. La mafia non gestisce il gioco d’azzardo; si fa pagare una mazzetta da chi lo gestisce (che magari e anche mafioso). La mafia non gestisce la prostituzione; si fa pagare una mazzetta dai magnaccia. E così via per diverse attività illegali. I rifiuti, gli appalti truccati, le comparanze con i politici etc. etc. Ora costringere un esercente ad operare in semiclandestinità solo perché il comune non si è mai preoccupato di rilasciargli un documento, lo espone al ricatto. Deve cercarsi un protettore e il protettore costa. Una volta chiedevano i voti, adesso si sono raffinati e non chiedono più voti, adesso chiedono che un familiare si canditi in una dello loro liste. A questi candidati hanno dato anche un nome: li chiamano le formiche. Le formiche –in una città con 10mila votanti- hanno una capacità di raccogliere una media di 15 voti a testa. Nel nostro caso le liste sono formate da 15/18, formiche, da un trombato e da un fedelissimo eletto, spesso figlio, nipote, fratello di un funzionario del comune (il braccio armato che ha i mezzi per realizzare l’azione del politico che mira a tenere sotto scacco una larga fascia della popolazione produttiva).
Ma non è solo teoria, mi giungono voci, e stavolta non solo di popolo, che vengono fatte delle multe e poi –per intercessione di un politico- vengono ridotte al minimo e in molti casi anche cancellate del tutto. E non sto parlando di divieti di sosta (che anche quelli vengono abbondantemente cancellate), ma di multe di diverse miglia di euro e con l’obbligo della chiusura dei locali.
Sicuramente non puoi ricordare perché eri troppo giovane, ma una decina d’anni fa, (12 per l’esattezza) quando a Patti, dopo la sfiducia al sindaco Olivo, ci fu il commissario straordinario, diversi locali furono chiusi per problemi igienici.
Non voglio dire che debbano essere chiusi i locali come avvenne ne’98 solo perché il bagno del personale non aveva i rivestimenti in ceramica ma in marmo. Non contesto nemmeno il fatto che venga tolta la multa (capisco che il gestore di quel dato locale è un padre di famiglia e deve pur vivere, e visto che la nostra economia è ridotta all’osso, pagare migliaia di euro di multa diventa veramente drammatico).
Ma è qui che dobbiamo stare attenti. Una parte politica del nostro mondo –con la complicità di alcune autorità deviate/compiacenti che diventano una sorta di braccio armato del potere politico- fa in modo che alla povera gente vengano creati più drammi possibili sperando che vadano poi da loro supinamente a chiedere aiuto. Ed è qui che loro intervengono sulle forze dell’ordine (amiche) .-legate in qualche modo a loro- per far togliere o aggiustare le multe. E’ inutile spiegare il debito di riconoscenza di cui resta vittima il povero esercente che si è risparmiato di vedersi chiuso il locale perché non perfettamente in regola. Chi invece non si sottomette paga la multa e cerca di sopravvivere che è quello che sto facendo io.
Avrà pensato, ogni tanto, che magari i vostri toni (quelli del vostro gruppo) sono stati eccessivi.
Ma, al di là dei toni, se dovesse parlare al cittadino pattese e siciliano, con grande semplicità, con poca enfasi ma grande sentimento, per mandargli un messaggio che prescinda dalle contingenze, dal caso “Cine-teatro”, cosa gli vorrebbe dire? E insomma, al di là dei fatti specifici di questi mesi, cosa possiamo, secondo lei, cambiare della nostra città?
Con questa domanda mi stai attribuendo capacità che sinceramente non ho. Questa domanda è degna di un primo ministro di un grande Paese. Sono lusingato dal fatto che venga fatta a me. Non voglio comunque deludere le tua aspettative e con estrema umiltà cercherò di spiegare il mio punto di vista.
Devo ammettere che è vero: usiamo toni molto discutibili; ma il tono è importante. Parlare sottovoce è educato ed è anche raffinato, ma non sempre riesce a sortire l’effetto desiderato. Bisogna saperlo fare e noi non sappiamo farlo. Dopotutto non siamo un’organizzazione diplomatica, siamo solo cittadini incazzati.
Il problema purtroppo non è solo isolato alla nostra città, abbiamo poco da poter dire e fare. Ormai le metastasi hanno invaso tutto il tessuto sociale. Ogni giorno vediamo quello che succede a livello nazionale e poi ne sentiamo parlare in piazza come se si stesse parlando di una partita di calcio. Io credo che negli ultimi anni stiamo dimostrando al mondo di non essere un popolo maturo per una vera democrazia. Di questo ne pagheremo le conseguenze perché c’è già chi è pronto ad approfittarne.
Ai cittadini dovrei dire qualcosa di originale, di innovativo, ma tutto è stato detto e tentato… le metastasi non sono curabili. Vorrei dire però che possono dare il loro voto liberamente a chi vogliono. Possono perfino accettare promesse per favoritismi personali e il cosiddetto voto di scambio, ma non possono farsi trattare da animali utili solo a essere munti ad ogni elezione. Ai politici vengono attribuiti poteri che non hanno, l’unico loro potere è farci credere che sono potenti. Non è così. I politici sono al servizio del cittadino e chi non si adegua deve essere scacciato dalla società. Dobbiamo iniziare dai bar, dalle piazze. Togliamo il saluto a quei politici che non soddisfano le nostre aspettative. Facciamogli sentire il nostro dissenso. Isoliamoli. Vengono eletti con un centinaio di voti, non è possibile che gli altri 12mila elettori facciano finta di non sapere. Isoliamoli socialmente. Boicottiamo le loro attività economiche. La maggio parte di loro sono professionisti mezzi falliti e mantengono i loro studi trasformandoli in segreterie politiche. Medici che non fanno i medici, avvocati che non fanno gli avvocati, sindacalisti che non fanno i sindacalisti, architetti che non fanno gli architetti. Ma vi chiedete come campano? Vi chiedete come pagano i lussi che si permettono?
Apriamo gli occhi. Viviamo nell’estrema provincia, non possiamo controllare i politicanti del potere nazionale, ma controlliamo i nostri politicanti locali. E’ gente di poco valore. Sono solo piccoli quaquaraquà, non devono farci paura. Non sanno fare altro che affamare la popolazione per far poi finta di nutrirla. E’ la loro tattica per conservare il potere.
Cerchiamo di ragionare.
venerdì 10 dicembre 2010
Legambiente denuncia il ritorno dei rifiuti nel Torrente Provvidenza
La pulizia dell'alveo viene effettuata e le montagne di rifiuti trasferiti in discarica, però a quest'intervento non è seguita, né da parte della Protezione Civile né da parte del Comune di Patti, la regolamentazione ed il controllo degli accessi all'alveo del torrente.
Non dando ascolto ai continui richiami del Gruppo locale di Legambiente e con il solito rimpallo di responsabilità e competenze, l'invito ad intervenire celermente non è stato accolto, e ancora oggi l'alveo del Torrente è di libero accesso. Purtroppo questo comporta il serio rischio di vanificare il lavoro di pulizia e di recupero ambientale fatto, in quanto lo scarico di rifiuti, materiale inerte soprattutto, è ripreso.
Il Gruppo di Patti del Circolo di Legambiente continua il suo lavoro e oggi denuncia questo stato di cose!
Di seguito pubblichiamo l'esposto inviato all'ufficio del Genio Civile di Messina, alla Provincia Regionale di Messina, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Messina, alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Catania, al Comando della Polizia Municipale di Patti ed alla Procura della Repubblica:
Oggetto: abbandono di rifiuti nell’alveo del torrente Provvidenza.
Per molto tempo, l’alveo del torrente Provvidenza è stato utilizzato alla stregua di una discarica di rifiuti a cielo aperto nella generale indifferenza.
Nel 2007 il gruppo di Patti del Circolo dei Nebrodi di Legambiente ha avviato una campagna di volontariato per il recupero e la tutela del torrente.
Al contempo, ha sensibilizzato l’opinione pubblica e le istituzioni preposte alla tutela del torrente affinché :
· venissero ripristinate le condizioni minime di sicurezza idraulica e di decoro civile,
· adottate le misure di controllo e regolamentazione degli accessi
· creata una discarica di inerti a servizio del territorio di Patti.
La campagna ha avuto vari momenti di approfondimento (incontri con la popolazione, raccolta firme, proposte di recupero, convegni) e di intervento diretto da parte dell’associazione con diverse giornate di pulizia dell’alveo del torrente. Inoltre l’impegno del gruppo ha avuto un rilevante risultato in un importante appalto, gestito dalla Protezione Civile, finalizzato alla rimozione dei rifiuti; intervento inserito in un piano più generale della Protezione Civile dedicato appunto alla risistemazione di diversi torrenti siciliani.
A queste iniziative non sono seguite però le necessarie misure di vigilanza per l’inibizione dell’accesso all’alveo del torrente da parte di quei mezzi che sistematicamente vi riversano rifiuti d’ogni genere. Questo nonostante le continue sollecitazioni con incontri, articoli, lettere e comunicati stampa circa la necessità di chiudere e regolamentare tale accesso.
Pertanto, a distanza di un solo anno dalla fine dei lavori, la situazione è tornata molto critica da tutti i punti di vista (idraulico, sanitario, paesaggistico) vanificando le azioni svolte e seminando sfiducia nei cittadini.
Premesso e denunciato quanto sopra, ritenuto che il torrente Provvidenza è sottoposto a vincoli derivanti da leggi statali e regionali, si invitano:
- gli Enti preposti alla sua tutela a verificare la situazione e ad intraprendere le azioni di loro competenza;
- il nucleo operativo ecologico dei Carabinieri ed il Comando della Polizia Municipale di Patti ad accertare le infrazioni denunciate e, possibilmente, individuarne i responsabili;
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Carmelo Ceraolo
mercoledì 8 dicembre 2010
Patti: Consulta giovanile, la posizione di SEL
TESTO DEL COMUNICATO:
Ancora una volta, quindi, l’amministrazione comunale Gullo-Venuto dimostra le proprie carenze politiche che derivano dal non sapere ascoltare la società facendo incomprensibili cernite tra gruppi di persone (oltre al limite d'età, tra l'altro, la convocazione di un tavolo di discussione, per nulla tecnico, composto da pochi rappresentanti d'istituto delle scuole medie superiori), e manifesta di avere le idee confuse sul ruolo delle Consulte e sul loro funzionamento.
E' necessaria pertanto la sospensione del processo in corso e la convocazione urgente di un tavolo tecnico che coinvolga e spinga davvero alla partecipazione i giovani pattesi.
Sinistra Ecologia e Libertà - Circolo dei Nebrodi "Pier Paolo Pasolini"
giovedì 25 novembre 2010
Liceo Scientifico di Patti, interviene SEL
Il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà “Pier Paolo Pasolini”, in merito alla realizzazione del nuovo liceo scientifico di Patti, dichiara la propria contrarietà alla soluzione promossa della Giunta Ricevuto e cioè alla locazione con diritto di riscatto di una struttura già esistente. Proprio in queste ore, in città e sul web, verrà diffuso un documento che spiega la posizione del gruppo.
La nostra idea di istruzione e formazione, nonché la nostra idea di società, è molto distante da quella su cui la Provincia sta investendo. Chiediamo dunque che venga sospeso l’iter già avviato – ma probabilmente il bando di gara andrà deserto e si sospenderà da sé – per intraprendere la messa a punto e la costruzione di una struttura moderna, dotata di laboratori all'avanguardia, bio-compatibile, e dotata di un sistema di energie rinnovabili che vada ad incidere sull’impatto ambientale e il contenimento dei costi.
Constatando la sistematica inefficacia dell'azione amministrativa, chiediamo, inoltre, le immediate dimissioni del Presidente della Provincia e agli assessori competenti, in quanto inadempienti rispetto al mandato istituzionale attribuito loro dalla legge regionale 9/86.
Seguendo questo modello, la mobilitazione di SEL Nebrodi, continuerà, quindi, ad evidenziare, su questo ed altri temi, le responsabilità dell’attuale classe dirigente di questo territorio e ad esplicitare proposte concrete e innovative.
Sinistra Ecologia e Liberta - Circolo dei Nebrodi "Pier Paolo Pasolini"
mercoledì 17 novembre 2010
Al 17 di Novembre (pensiero breve)
Voglio solo ricordare a me stesso e al mondo che mi ascolta cosa abbia voluto dire per me il 17 novembre da quando, 16enne, lo organizzavo con corteo, striscioni, cori e concerti.
Il 17 novembre era semplicemente la data in cui per uno studente tutto era possibile. Io sentivo che in quel giorno avrei potuto fare tutto: avrei potuto sfidare ogni cosa, anche la meccanicità intrinseca dei giorni nel "sistema vita", nel "sistema paese". Il 17 novembre era come il vento di liberazione da quelle che per noi, ormai, erano divenute solo carceri: le scuole. Che brutta cosa se le scuole diventano carceri. Ma che fare? di fronte al fatto che siamo solo numeri, ingranaggi o, peggio, punti di una linea spezzata su una tavola di statistica, che fare? Di fronte a diplomifici senza sole e soprattutto senza strutture. Evadere, ma capire la bellezza che sta nella conoscenza... ricercarla nelle forme e nei colori della libertà. Nel concetto di "formazione" distante anni luce da "istruzione". Noi non siamo macchine in fin dei conti, no?
Allora magari era implicita, ma c'era la gioia della conoscenza, della formazione del nostro Io, attraverso la liberazione.
E oggi si, c'è ancora il bisogno di una liberazione - che forse è sempre la stessa che non arriva mai - senza dimenticare il valore di collante e formante sociale della scuola e dell'Università pubbliche. Ci devono essere e devono essere di tutti e per tutti.
Oggi a Messina la piattaforma del 17 novembre è stata lanciata da Rete No Ponte, Movimento acqua bene comune, Unime In Protesta, Udu e CGIL. Quando avevo 16 anni forse non capivo che il diritto allo studio è un bene pubblico collegato a tutti gli altri. Collegato al concetto stesso di "pubblico".
Ed ecco la liberazione: abbiamo bisogno di liberarci da chi ci sta rubando tutti i nostri beni comuni. Ci dobbiamo libeare di quelli che si professano liberali.
L'unica vera istruzione deve essere pubblica. Perché pubblica è la bellezza, pubblica è la conoscenza, pubblica è la vita.
Richiesta di oggi al Governo: storniamo i 12 miliardi di euro dei cacciabombardieri e investiamoli nell'istruzione, nell'università e nella ricerca.
BUON 17 NOVEMBRE A CHI CREDE CHE PARLARE DI CAPITALISMO E ANTICAPITALISMO ABBIA ANCORA UN SENSO.
BUON 17 NOVEMBRE A CHI NON CREDE PIU' IN NULLA.
martedì 9 novembre 2010
Io c’ero...
Voglio raccontare cosa è successo, e soprattutto cosa ho sentito, ieri al consiglio comunale.
Innanzitutto voglio manifestare tutto il mio rammarico per il fatto che il consiglio comunale, espressione più alta di controllo politico-amministrativo del comune, sia praticamente deserto. Ad assistere all’assemblea “pubblica” c’era un vigile, lì ovviamente per lavoro, due impiegate comunali che facevano va e vieni dai loro uffici, tre “giornalisti” seduti in prima fila, di cui due con una autonomia di appena un’oretta, e quattro cittadini, io compreso. Capisco che molte persone di lunedì pomeriggio hanno da lavorare e capisco anche chi in un pomeriggio libero preferisce fare altro. È anche vero che negli ultimi due anni, da quando assisto più o meno assiduamente al consiglio comunale, non ho mai visto la sala piena. Ma ieri c’era la relazione del sindaco sullo stato di attuazione del programma, tra l’altro l’ultima del sindaco Venuto, e in un paese che si appresta ad andare alle urne dovrebbe essere un evento importante. Siamo da tempo in piena campagna elettorale e quasi settimanalmente si annunciano nuovi candidati e nuovi movimenti politici, ma, ahimè, il centro della politica del paese non vede nessuno di questi nuovi soggetti politici presenti ed interessati...
L’altra cosa, che non si poteva non notare, anche se sembravo il solo ad accorgersene, era il continuo squillare di cellulari, si sono sentite partire almeno una ventina di suonerie diverse (alcune anche più volte), ma nessuno sembrava preoccuparsene, anzi si rispondeva senza nemmeno uscire dall’aula mentre che il dibattito continuava neanche tanto infastidito. A tratti sembrava di essere in un call center, mancavano solo gli auricolari!
Ma andiamo alla cronaca vera e propria tralasciando questi dettagli che evidentemente hanno colpito solo me e che forse è una mia pecca notarli. Non sono un giornalista quindi la mia cronaca sarà inevitabilmente carente e spero di riuscire ad evitare qualsiasi giudizio personale.
Come già ricordato, il primo punto all’ordine del giorno è stata la relazione annuale del sindaco sullo stato di attuazione del programma (tra l’altro cercandolo sul sito del comune non si trova, è presente l’apposito link ma questo è vuoto). Come di routine la parola spetta al sindaco per illustrare la sua relazione e il suo operato. La relazione inizia con la ricerca e il richiamo a tutte le forze politiche per un clima più sereno (si è gia fatta pesante l’aria di campagna elettorale) poi il sindaco ha svariato su diversi punti dall’impegno nei servizi sociali agli investimenti sulla sicurezza del territorio, dell’impegno profuso nel presentare diversi progetti che attendono lo sblocco dei finanziamenti alla costruzione dei parcheggi in via Fratelli Cervi, dal cartellone estivo alla rassegna teatrale di Tindari, dall’imminente inizio dei lavori per il marciapiede in via Trieste a quelli per Piazza Niosi. Per ultimo parla del centro storico affermando: “credo che sia stato una delle poche amministrazioni nella storia che ha investito [...] per il centro storico” citando San Francesco e Palazzo Galvagno.
Alla fine del discorso di Venuto il presidente (Mobilia, Scardino era assente) chiede chi vuole la parola, tra i consiglieri è sembrato cogliere una specie di tentennamento, successivamente ho interpretato quella titubanza come la volontà da parte dei consiglieri di avere l’opportunità dell’ultima parola nel dibattito. È stato, poi, il consigliere Mollica il primo a rompere il ghiaccio leggendo il suo duro commento alla relazionare del sindaco, definendolo: “freddo, stanco e soprattutto rassegnato – e che – non manifesta slancio alcuno per il prossimo futuro di una città messa sotto silenzio da una componente politica che aspira a governare per i prossimi dieci anni, con le stesse metodologie. [...] Finalizzata dalla logica dei numeri, - dominata- dall’incapacità di pensare in grande, da una mediocrità ormai diffusa e riistituzionalizzata, da una parte politica che mi piacerebbe rendesse il conto dell’operato del governo della città ponendo numeri ed iniziative assunte ”. Inoltre rimanda al mittente la causa del clima di violenza politica denunciato dal sindaco e rilancia: “da anni il dibattito è morto e sepolto, per questo abbiamo ritenuto di dover lasciare una maggioranza laddove alcune componenti, con la sola forza dei numeri, sono riuscite a condizionare volontà di cambiamento e silenzio”. Continua Mollica elencando alcuni i punti deboli di questa amministrazione: il progetto del centro storico abbandonato, l’ufficio delle relazioni con il pubblico mai aperto, il riordino della pianta organica non affrontato e la cura del verde pubblico non più gestita dal comune stesso come un tempo. Così conclude: “in quest’ultimo scorcio di mandato dimostri di sapersi scrollare di dosso lacci e laccetti che hanno frenato e caratterizzato il suo operato”.
Il secondo consigliere ad intervenire è stato Aquino, anche lui come sottolineato del collega Mollica, nelle parole del sindaco avverte lo stesso sentore di rassegnazione. Inoltre dichiara che: “nessuna analisi possa farsi della relazione annuale se non la si mette in correlazione con il programma che lei aveva presentato e che gli elettori hanno votato. [...] Un buon politico è quello che se non ritiene, se non è certo, di poter realizzare alcuni obiettivi del proprio programma è bene che non li inserisca.” Lamenta il fatto che il buon progetto di recupero centro storico sia stato redatto solo per “pagare una cambiale politica, di una forza politica che quel progetto aveva fortemente voluto e richiesto più che per reale convinzione”. Definisce il San Francesco come un contenitore vuoto di cui non si evince una chiara destinazione. Ribatte punto su punto la relazione del Sindaco citando l’ultimo cartellone teatrale di Tindari e l’increscioso episodio con vecchioni, la leggerezza nella gestione del cinema comunale, lo stato dell’ufficio tributi, il porto per cui denuncia che “nessun atto amministrativo è stato posto in essere”, il sistema dei parcheggi, la viabilità, il rilancio delle frazioni, il cimitero, la consulta giovanile ancora da istituire, la Villa Romana. In fine, concludendo afferma che dalla relazione annuale non evince nessun progetto di sviluppo perseguito dall’amministrazione in questi quattro anni e che il confronto con il programma pre-elettorale è imbarazzante per cui dà un netto giudizio negativo rispetto all’operato dell’amministrazione.
Il primo a prendere la parola dalla parte della maggioranza è stato il consigliere De Luca il quale ovviamente ha una visione opposta a quella del consigliere Aquino. Parla di traguardi che l’amministrazione ha raggiunto “seppur con una congiuntura internazionale mostruosa”! Lui vede il bicchiere mezzo pieno (anzi pieno a metà) e cita i servizi sociali come un’eccellenza, la stagione turistica, la garanzia dei servizi essenziali, la difesa dell’ospedale e dell’università.
Dopo De Luca la parola passa a Tripoli che prima di tutto richiama i colleghi dell’opposizione, dicendo che alcuni di loro per quattro anni sono stati solo capaci di fare campagna elettorale. Poi dichiara: “questa amministrazione ha lavorato e ha lavorato benissimo per quello che si poteva fare”. Ha citato gli interventi nel centro storico, i servizi sociali e parlando del problema rifiuti ha affermato che il problema è stato ben affrontato.
Dopo tocca a Gigante (dissidente di maggioranza) che evidenzia come il comune è perennemente gestito in stato di emergenza attraverso le ordinanze, evidenziando così una grave incapacità ad amministrare, portando il paese ad arretrare.
Il consigliere Di Dio prende la parola e centra il suo intervento tutto sulla mancata realizzazione di un impianto sportivo a Patti Marina, e sull'abbandono e il degrado in cui questa frazione versa.
Il consigliere Forzano, invece, dopo aver elencato gli attuali impedimenti internazionali: la crisi economica, nazionali: “un’Italia ferma sui binari, ghiantata da 2 anni”, regionali: il quarto governo in 2 anni. Dichiara: “è un grande successo, è un grande successo aver mantenuto l’ospedale in questi anni, aver mantenuto il tribunale, aver mantenuto tutti quegli uffici e quelle sedi è un grande successo, [...] bisogna apprezzare quello che abbiamo”. E auspica per evitare il peggio la collaborazione di tutti a partire dai cittadini, dai giornali e dell’opposizione di cui denuncia uno scarso impegno a favore del paese.
L’ultimo dei consiglieri a intervenire è stato Bonsignore e riprende il primo punto del discorso del sindaco, in cui auspicava il ritorno del vero ruolo della politica. Appellandosi al buon senso di tutti, maggioranza e opposizione, chiede di cambiare questo modo di fare politica per riuscire a cambiare e migliorare l’attuale stato delle cose. Tocca poi il tema scottante dell’edilizia: “Mi sarebbe piaciuto in questo consiglio comunale che qualcuno sollevasse la questione legata alla commissione edilizia, e invece tabula rasa. [...] Sindaco sarebbe stato forse il più grande regalo che tu potevi fare a questa città, quella di sciogliere la commissione edilizia comunale, invece di andare a sostituire 4 elementi della stessa. [...] dobbiamo cambiare rotta pensare in maniera diversa pensare ad un rilancio vero”.
A questo punto prende la parola il Sindaco per fare un intervento conclusivo e rispondere ad alcune questioni sollevate dai consiglieri: “ritengo che da parte dell’opposizione dare un giudizio negativo sull’operato dell’amministrazione, credo che ci sia una grande miopia politica. [...] La politica deve essere in una città il punto vitale fondamentale, la salute della vita democratica di una città. [...] bisogna cambiare metodo, strumenti, comportamenti non solo amministrativi, ma anche sociali. Comportamenti diversi nei confronti della propria città. L’immagine della città non può essere soltanto rilegata al ruolo dell’amministrazione comunale, ma deve essere anche sorretta dai media, dai giornali e dalla stessa società. [...] ho tentato in questi cinque anni a dare a questa città un’immagine diversa con le risorse disponibili, ma nessuno mi può contraddire su questo o sul mio impegno personale quotidiano nei confronti non soltanto della vita amministrativa, ma anche al servizio della società di Patti. [...] per il centro storico ho cercato di dare una risposta, l’abbiamo fatta. Resta il piano particolareggiato, se nel consiglio comunale ci sono le risorse, 350/400.000 €, quelle che servono, dobbiamo fare un concorso di idee? A disposizione non c’è nessun pobblema. [...] Pensare che tutto si poteva risolvere con l’esiguo bilancio comunale, ahimè, questa è miopia politica dell’opposizione.”
Il consiglio ha poi approvato il nuovo Piano Miglioramento dei Servizi della Polizia Municipale e ha rimandato il punto relativo al documento a sostegno dei precari del comparto scuola.
Alle 8 e 30 li ho poi lasciti a dibattere sul punto del riassetto del bilancio perché le quasi 4 ore e mezza mi erano più che bastate...
Carmelo!
giovedì 28 ottobre 2010
Liceo scientifico: lettera autonoma, e forse anarchica, alla mia (smarrita) società civile.
venerdì 15 ottobre 2010
Patti: nasce il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà
venerdì 24 settembre 2010
Cine Teatro comunale: associazioni fiduciose dopo l'incontro tra le parti
Cine Teatro comunale: le associazioni incontrano l'Amministrazione comunale e Massimo Piparo
domenica 5 settembre 2010
Cine Teatro comunale: le associazioni riunitesi in un forum spingono per la nuova proposta
Oggi pomeriggio (6 settembre 2010) si riunisce il consiglio comunale. Tra i punti all’ordine del giorno, la gestione del cine-teatro comunale. Durante il consiglio verrà probabilmente discussa una proposta in merito che non è quella del Forum delle Associazioni. Tale Forum, costituitosi a maggio proprio per cercare di trovare una soluzione a quello che è diventato un nodo rilevante per il futuro della nostra città, ha lavorato nel rispetto reciproco e nella trasparenza anche e soprattutto nei confronti della cittadinanza. Dimostrazione di ciò sono stati i comunicati che hanno trovato spazio nei quotidiani pattesi, volti a rendere tutti partecipi di una vicenda che ha fatto molto discutere.
La nostra proposta, quella del Forum- costituito dalle associazioni PattiSana, Nuovi Teatri, NoveMaggio, Sinafia, Compagnia teatrale Il Sipario, Contempodanza, Officina delle Idee, Antonello Ventincentre- nasce da un principio molto chiaro e semplice: la necessità che l’amministrazione comunale riprenda in mano l’indirizzo della cultura della nostra città. Proprio per questo si chiede all’amministrazione di gestire il cartellone teatrale del cine-teatro, attraverso la nomina di un direttore artistico che garantisca la qualità degli spettacoli. Contestualmente, la proposta prevede che venga dato spazio alle compagnie teatrali ed associazioni artistiche locali.
Il direttore artistico, inoltre, dovrebbe essere coadiuvato da una Consulta delle Arti, composta da alcuni membri delle associazioni pattesi. Da questa collaborazione potrebbe nuovamente prendere vita una stagione teatrale invernale di richiamo per tutto il territorio. Dopo l’invito rivolto alla Giunta Comunale, Il Forum ha incontrato l’amministrazione per discutere la proposta e la possibilità della nomina di Massimo Piparo, già direttore artistico del cartellone Tindari Estate. Ciò potrebbe favorire un’opportuna organicità dell’offerta artistica nei suoi due momenti, invernale ed estivo.
In questa occasione, è stato concordato un incontro a tre amministrazione – Piparo – Forum, che è stato fissato per il 15 settembre.
Il Forum ha ritenuto opportuno ribadire, in questa sede, alcuni dei punti principali della proposta con l’unico scopo di fare chiarezza nell’interesse preminente dei cittadini e della crescita culturale, civile e sociale della nostra città.
Ribadiamo la disponibilità al dialogo, a critiche e miglioramenti in merito alla proposta, da qualunque parte essi provengano.
Infine, chiunque volesse prendere visione della proposta può mettersi in contatto con una delle associazioni o compagnie teatrali che fanno parte del Forum.
venerdì 27 agosto 2010
Ospedale Barone Romeo: Lettera aperta del Gruppo Progetto Patti
Il Consigliere Comunale di Patti
Nicola Molica
Il responsabile del gruppo “Progetto Patti”
Renato Di Blasi
giovedì 12 agosto 2010
Se Patti potesse cambiare.
lunedì 26 luglio 2010
CONVEGNO SUL TEMA DELLE CONTAMINAZIONI CULTURALI A PATTI
"L'IMPORTANZA DELLE CONTAMINAZIONI CULTURALI NELLA FORMAZIONE DELL'IDENTITA'
NEBROIDEA"
Nei giorni del progetto “Blue Notes nel Borgo”, l’Associazione “NoveMaggio”
organizza un importante convegno che ruota intorno al tema de l’importanza
delle contaminazioni culturali nella formazione dell’identità pattese e
nebroidea, in linea con la tematica principale del festival e gli obiettivi che
lo stesso intende perseguire.
Com’è noto, storicamente le nostre comunità sono state vittime di innumerevoli
dominazioni e, nonostante i soprusi, le vessazioni, i saccheggi che tutti
questi popoli hanno compiuto sui nostri territori, è innegabile che ognuno di
loro abbia contribuito, nelle più disparate maniere, ad aggiungere uno o più
tasselli a quel formidabile, contraddittorio, peculiare mosaico che costituisce
il Dna della nostra gente.
Obiettivo del convegno è proprio quello di riportare alla luce, attraverso un
excursus storico, tutti quei positivi debiti contratti nei confronti di quelle
popolazioni straniere che nel corso dei secoli hanno dominato le nostre terre,
con l’intento di riscoprire e promuovere il valore del meticciato, l’importanza
delle contaminazioni socioculturali, la bellezza e il fascino dello scambio e
della diversità delle razze che popolano il nostro pianeta.
Ma l’obiettivo ancor più ambizioso è quello di riuscire a mettere in relazione
questa trama storica con una delle tematiche sociali più dibattute dall’
opinione pubblica mondiale in questi ultimi anni: il problema dell’immigrazione
clandestina.
Le immagini di migliaia di profughi abbandonati alla deriva sui tristemente
famosi “barconi della morte” hanno fatto il giro del mondo e provocato lo
sdegno di tutti; i più fortunati tra loro, quelli che in sostanza sopravvivono
a queste disumane traversate, sono spesso gli stessi che giornalmente sostano
nelle nostre piazze in attesa che qualcuno gli offra uno straccio di lavoro mal
retribuito e senza alcuna garanzia, gli stessi che frequentano le nostre
parrocchie e in cui ci battezzano i loro figli, gli stessi che oggi affollano i
nostri centri storici divenuti quasi dei ghetti in cui relegare l’emarginato e
il diverso.
L’intento del convegno vuol essere, dunque, anche quello di aprire dei momenti
di riflessione che portino a considerare l’extracomunitario non come un
problema di fronte a cui chiudere gli occhi ma un valore aggiunto per la nostra
comunità, così come nei secoli passati lo sono stati tanti altri popoli con cui
la nostra civiltà è venuta in contatto.
La tematica della contaminazione culturale ritorna anche nelle iniziative
artistiche, d’inchiesta e nella gastronomia. Sono previsti infatti: un percorso
fotografico sul tema dell’immigrazione, un percorso di gastronomia etnica e la
realizzazione di un mini-documentario che racconti l’immigrazione a Patti.
interverranno:
- Alessandro Albana, membro del direttivo dell'Associazione "NoveMaggio"
Introduzione sulle sfide della contaminazione culturale per le entità
nazionali e sovranazionali
- Prof. Salvatore Bottari, docente di Storia moderna presso l'Università degli
Studi di Messina
Migrazione e lavoro sui nebrodi tra medioevo ed età moderna.
- Tindaro Gatani, storico, giornalista e scrittore emigrato in Svizzera
Xenofobia, razzismo, criminalità e immigrazione.