lunedì 20 dicembre 2010

Dopo l'intervista: nota della redazione.

Stamattina, intorno alle ore 9, ho ricevuto la chiamata di Franco Mazzone, che, anche se di striscio e in modo del tutto minoritario - così appare -, è stato coinvolto nella polemica del Cine-Teatro comunale da Franco Zanghì, nell'intervista rilasciatami non più di 48 ore fa.
Durante la telefonata il sopracitato Mazzone ha negato con serenità di essere coinvolto in tutta questa storia, spiegando per altro di non fare l'agente pubblicitario. In fine ha mostrato tutto il suo rammarco per esser stato chiamato in causa proprio lui che ha sempre mantenuto uno stile di vita sobrio e onesto.

Personalmente, sono dispiaciuto ogni volta che si toccano le corde sentimentali e morali della nostra esistenza; tuttavia questo mio hobby e mia passione di riportare umilmente le notizie e andare alla ricerca di ogni aspetto e di ogni fatto... mi impone una certa rigidità.
Quello che posso fare - e che sempre faccio - è pubblicare una seria e tranquilla smentita, della quale, nel caso in oggetto, rimango in attesa.


Sebastian Recupero

domenica 19 dicembre 2010

Caso Cine-teatro comunale: intervista a Franco Zanghì

A circa 8 mesi dall'inizio di questa storia, pubblichiamo una lunga intervista a Franco Zanghì, tra i promotori e i responsabili di quel "movimento per la legalità e la trasparenza" che nasce dai fatti legati alla gestione del cine-teatro comunale di Patti e si spinge fino a toccare altri problemi della nostra città e non solo. Lo stesso Zanghì, in questi giorni, ha denunciato dalle pagine di facebook quella che lui etichetta come una ritorsione nei suoi confronti. Infatti, potrebbe essere dovuta alle sue azioni di protesta, di contestazione e di denuncia delle pratiche dei poteri locali, la lettera a firma del Sindaco, Pippo Venuto, che impone la rimozione del maxi schermo di via Trieste, di proprietà del Zanghì.

Innanzitutto, perché quello schermo è stato installato proprio lì, attaccato al cine-teatro? La cosa appare emblematica.

In tutte le grandi città questo tipo di comunicazione viene fatta perlopiù in zone a forte flusso pedonale e automobilistico. Posso darti indicazioni di installazioni a Vienna, Parigi, Roma, Milano e qualsiasi altra città del mondo; solo per citarne una in particolare basta ricordare il Piccadilly Circus di Londra e non credo che il Comandante della Polizia Municipale Londinese sia meno informato della dottoressa Mazzone.

Gli unici posti a Patti dove transitano pedoni e macchine sono Piazza Marconi e Piazza Mario Sciacca. Ho chiesto licenze per entrambi i posti e ho le relative autorizzazione, ma potendo investire su un solo tabellone perché a Patti, come si sa non, c’è un’economia sufficiente a giustificare questo tipo di investimento. Tuttavia con enormi sacrifici e con la passione che mi ha spinto a non pensare alla parte economica –come dicevo- sono riuscito a metterne uno –non dimentichiamo che uno schermo di quelle dimensioni costa quanto una casa-. Quindi in accordo con i primi inserzionisti abbiamo scelto Piazza Mario Sciacca perché secondo una nostra modesta valutazione c'era un maggior flusso di pubblico.

Per sostituire il primo schermo di via Trieste con quello più grande, che tipo di autorizzazione ricevette e da chi?

Sia per il primo che per il secondo impianto ho chiesto le autorizzazione al sindaco Venuto e mi sono state rilasciate nel giro di qualche mese dal sindaco Venuto (allego le licenze).

Qualche malizioso dice che tutta la polemica sul cine-teatro non sarebbe nata se non avesse avuto qualche diverbio con il gestore, Franco Musarra. Avete avuto degli screzi, una lite? Se si, in merito a cosa, allo schermo?

Franco Musarra non ha mai nascosto di essere contrario a quello schermo perché –come lui stesso mi disse più volte- era una sua idea e voleva metterlo lui già prima di me e di questo ne aveva già parlato col suo agente pubblicitario [qui l'uso del termine "agente" non ha qualificazione professionale - e non potrebbe averla perché non è agente di professione - ma si riferisce ad una probabile consulenza, in quanto questa persona è un conoscitore del settore pubblicitario. ndR] Franco Mazzone (fratello del comandante dei vigili che oggi manda al sindaco una nota dicendo che il tabellone è fuori regola –Sic!-). Non ho mai avuto alcuna lite con Musarra anche se devo ammettere che diverse volte mi ha fatto saltare i nervi perché con battute un po’ troppo provocatorie e con atteggiamento “palermitanesco”mi chiedeva quando avrei tolto lo schermo.

Molti mesi dopo l'ultimo contatto con Musarra, più o meno cordiale, mentre mi trovavo in Kosovo per un documentario, venni a sapere da mio figlio che il gestore del comunale aveva chiesto un pizzo di 800 euro per far svolgere uno spettacolo teatrale patrocinato dal comune e quindi rientrante tra le 40 serate gratuite che il comune si riservava con la convenzione del 2003. Fu mio figlio ad avviare una campagna stampa per far chiarezza sulla gestione dell’importante struttura pubblica. In pochi giorni saltò fuori che tutte le compagnie locali che si erano esibite col patrocinio del comune avevano pagato un pizzo al gestore sotto forma di rimborso spese. A questo punto –io intanto ero rientrato- abbiamo voluto vederci chiaro e abbiamo richiesto le carte al comune. Carte che ci sono state consegnate solo in minima parte e con enorme ritardo in base a quanto previsto dalla legge (anche questo dimostra l’atteggiamento simil-mafioso con cui viene trattato il cittadino che vuole ficcare il naso nei conti pubblici.

Poi per fortuna la magistratura venne a sapere della vicenda e fu avviata un’indagine approfondita.

Ci saranno ancora sviluppi legali sulla vicenda del cine teatro? A che punto siamo arrivati? Cosa succederà?

Questa è una domanda che dovresti fare al giudice. So per certo che c’è un’inchiesta in corso.
Io stesso sono stato sentito come persona informata sui fatti e mi è stato chiesto di mantenere il più assoluto riserbo sull’oggetto dell’incontro con gli inquirenti. Quindi oltre a dire che c’è sicuramente un fascicolo sul tavolo del giudice non sono in condizione di dirti altro.

E poi…dietro la gestione del cine-teatro, secondo la sua opinione, potrebbero configurarsi più reati penali o demeriti e disattenzioni della politica nella compilazione del vecchio bando e nella valutazione sulla condotta del gestore?


Il vecchio bando basta leggerlo per capire che è stato fatto da persone estremamente incompetenti, ma non credo che nella redazione del bando si sia voluto favorire qualcuno. Quello che sappiamo è che Musarra ha gestito il Cine Teatro Comunale per quasi dieci anni, con vari rinnovi del bando e proroghe più o meno regolari, e in tutto questo tempo il comune ha incassato 8.500,00 euro a fronte di una previsione di circa trecentomila euro. La cosa strana è che, ammesso che la previsione degli incassi fosse stata fatta male all’origine perché priva di dati statistici su cui basarsi, non si capisce perché il comune non ha apportato modifiche alla scadenza del bando dopo i primi 36 mesi gestione come non solo la legge, ma anche buon senso vorrebbe. Voglio dire: io Comune di Patti prevedo di incassare mille- poi faccio i conti e mi accorgo di avere incassato Uno -e in più mi indebito con chi invece mi doveva far guadagnare dei soldi- deve venirmi il sospetto che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Allora mi chiedo: perché dal comune non è stato messo in atto nessun tipo di correttivo? A chi conveniva mantenere la situazione corrente oltre al gestore, visto che pur sostenendo che gli incassi erano bassi e giustificando delle spese che superavano di gran lunga i guadagni, continuava a gestire in perdita una struttura per quasi 10 anni?
Ma lasciamo stare la parte del danno economico nei confronti del nostro Comune, anche se non è cosa da poco, perché dobbiamo ricordare che quella struttura è stata pagata da noi cittadini con un mutuo per il quale ogni sei mesi paghiamo la rata; ancora oggi.
Parliamo del danno sociale. Le nostre associazioni locali non hanno potuto usufruire di una struttura pubblica costruita dai loro nonni e ristrutturata dai loro padri perché un certo Musarra –arrivato da Palermo, non si sa bene come- con la complicità di un assessore e di un vice sindaco hanno ritenuto che la cultura a Patti doveva essere usata come strumento per l’estorsione di consenso elettorale per la parte politica e di benefici economici per il gestore.
Capisco bene che quello che dico è grave e che rischio di trovarmi nella posizione di dover spiegare il senso delle mie affermazioni. Ma se ci sarà un processo su questi fatti voglio partecipare ad ogni costo, perché solo in quella sede potrò mostrare le carte in mio possesso che chiariranno una volta per tutte le commistioni tra politici e imprenditori a diversi livelli e per diverse altre cose, tanto che la questione del comunale sarà solo il punto di partenza, la punta dell’iceberg che nasconde una malapolitica ormai radicata in profondità. Dimostrerò che quando parlo di Mafiopoli so esattamente quello che dico.

Brevemente, perché i politici che amministrano la città ce l’hanno con lei?

Io non so se ce l’hanno con me, ma se tu dici così significa che hai informazioni che io non ho. Presumo tuttavia di non essere molto simpatico alla maggioranza dei politici. Forse perché dico le cose che penso e non ho nulla da temere (come vedi pago le conseguenze) io non ho mai chiesto favori e privilegi, non ho mai scambiato la mia libertà di parola con niente. Un popolare proverbio nostro dice che comandare è meglio di un’altra cosa che non dico ma che tutti capiscono, io aggiungo che nel mio caso poter “parlare” è anche meglio di “comandare”. Quindi immagina tu cosa ci vorrebbe per farmi chiudere la bocca. Quello che li fa arrabbiare di più è che non sono di nessuna parte politica e non ho padroni a cui possono rivolgersi. Dicono che sono una mina vagante, una scheggia impazzita, una cellula cancerogena. I politicanti risolvono sempre le questioni in qualche modo. Hai visto sicuramente “Il Padrino”, gli affari sono affari.
Io critico quello che c’è da criticare sia che appartenga alla destra, al centro o alla sinistra. Se mi permetti ti faccio un esempio: sai bene che sto criticando aspramente questa amministrazione, ma non ho mai tralasciato di criticare l’opposizione quando, secondo me, non è stata sufficientemente attenta alle malefatte dell’amministrazione. Proprio ieri ho criticato duramente il leader del Polo delle Libertà della nostra zona, On. Corona (che qui è opposizione), su una legge regionale portata avanti da lui con la quale vorrebbe far spostare le antenne della telefonia mobile fuori dai centri abitati, senza che abbia la minima competenza tecnica per valutare quello che succederebbe dopo. Tu pensa che già i telefonini non prendono adesso. Spostare le antenne lontano dai luoghi abitati (quindi dagli apparecchi telefonici) significherebbe aumentare a dismisura la potenza dei trasmettitori, sia come ripetitori che come telefonini stessi. I cellulari infatti regolano in automatico la potenza in uscita in base alla potenza del segnale ricevuto. Vale a dire che quando utilizziamo il telefono in una zona col segnale basso il nostro telefono aumenta di potenza e ci “frigge più in fretta la testa”. Al contrario dove c’è un buon segnale di ricezione il cellulare funziona a bassa potenza. Ora l’On. Corona dovrebbe informarsi meglio prima di lanciare leggi che magari poi per motivi legati ad altre porcherie politiche vengono approvate senza che nessuno ne abbia realmente coscienza. Allora cosa dovevo fare? Non criticare Corona perché rappresenta l’opposizione a questa amministrazione? Io non faccio politica come la intendono loro, io mi interesso della vita pubblica della mia comunità, del mio Paese, del mio continente, del mio pianeta e quando posso anche del mio sistema solare. Non posso non interessarmi di tutto ciò che ho attorno. Che vita sarebbe?

Quali altri soggetti, anche sotto un profilo generico, possono essere oggetto delle “attenzioni” di cui è stato oggetto lei?


Questa è una bella domanda e ho anche una bella risposta, ma non posso provarla perché la gente ha paura (ecco perché spesso parlo di mafia anche se non ci sono state –fino ad oggi attenzione!!! e solo perché il nostro, tutto sommato, è un paese di brava gente - azioni criminose di tipo violento, anche se qualche macchina a qualche politico di questa razza gli è stata bruciata).
Posso riferire voci che girano, voci di popolo, ma voci insistenti. E’ risaputo che ogni esercizio pubblico: bar, ristoranti, gelaterie, etc, etc, con sistemi messi in piedi ad arte da chi in questa città detiene il potere, vengono costantemente lasciati con un piede fuori dalle regole e fatti sopravvivere in semiclandestinità. Questa è una bella leva che costringere gli operatori economici a stare “muti” e tirare avanti. E’ una regola malavitosa, non è malapolitica. Quali sono le principali attività della delinquenza organizzata? Far pagare una pesante percentuale sui guadagni delle attività illegali. La mafia non gestisce il gioco d’azzardo; si fa pagare una mazzetta da chi lo gestisce (che magari e anche mafioso). La mafia non gestisce la prostituzione; si fa pagare una mazzetta dai magnaccia. E così via per diverse attività illegali. I rifiuti, gli appalti truccati, le comparanze con i politici etc. etc. Ora costringere un esercente ad operare in semiclandestinità solo perché il comune non si è mai preoccupato di rilasciargli un documento, lo espone al ricatto. Deve cercarsi un protettore e il protettore costa. Una volta chiedevano i voti, adesso si sono raffinati e non chiedono più voti, adesso chiedono che un familiare si canditi in una dello loro liste. A questi candidati hanno dato anche un nome: li chiamano le formiche. Le formiche –in una città con 10mila votanti- hanno una capacità di raccogliere una media di 15 voti a testa. Nel nostro caso le liste sono formate da 15/18, formiche, da un trombato e da un fedelissimo eletto, spesso figlio, nipote, fratello di un funzionario del comune (il braccio armato che ha i mezzi per realizzare l’azione del politico che mira a tenere sotto scacco una larga fascia della popolazione produttiva).
Ma non è solo teoria, mi giungono voci, e stavolta non solo di popolo, che vengono fatte delle multe e poi –per intercessione di un politico- vengono ridotte al minimo e in molti casi anche cancellate del tutto. E non sto parlando di divieti di sosta (che anche quelli vengono abbondantemente cancellate), ma di multe di diverse miglia di euro e con l’obbligo della chiusura dei locali.
Sicuramente non puoi ricordare perché eri troppo giovane, ma una decina d’anni fa, (12 per l’esattezza) quando a Patti, dopo la sfiducia al sindaco Olivo, ci fu il commissario straordinario, diversi locali furono chiusi per problemi igienici.

Non voglio dire che debbano essere chiusi i locali come avvenne ne’98 solo perché il bagno del personale non aveva i rivestimenti in ceramica ma in marmo. Non contesto nemmeno il fatto che venga tolta la multa (capisco che il gestore di quel dato locale è un padre di famiglia e deve pur vivere, e visto che la nostra economia è ridotta all’osso, pagare migliaia di euro di multa diventa veramente drammatico).

Ma è qui che dobbiamo stare attenti. Una parte politica del nostro mondo –con la complicità di alcune autorità deviate/compiacenti che diventano una sorta di braccio armato del potere politico- fa in modo che alla povera gente vengano creati più drammi possibili sperando che vadano poi da loro supinamente a chiedere aiuto. Ed è qui che loro intervengono sulle forze dell’ordine (amiche) .-legate in qualche modo a loro- per far togliere o aggiustare le multe. E’ inutile spiegare il debito di riconoscenza di cui resta vittima il povero esercente che si è risparmiato di vedersi chiuso il locale perché non perfettamente in regola. Chi invece non si sottomette paga la multa e cerca di sopravvivere che è quello che sto facendo io.

Avrà pensato, ogni tanto, che magari i vostri toni (quelli del vostro gruppo) sono stati eccessivi.
Ma, al di là dei toni, se dovesse parlare al cittadino pattese e siciliano, con grande semplicità, con poca enfasi ma grande sentimento, per mandargli un messaggio che prescinda dalle contingenze, dal caso “Cine-teatro”, cosa gli vorrebbe dire? E insomma, al di là dei fatti specifici di questi mesi, cosa possiamo, secondo lei, cambiare della nostra città?


Con questa domanda mi stai attribuendo capacità che sinceramente non ho. Questa domanda è degna di un primo ministro di un grande Paese. Sono lusingato dal fatto che venga fatta a me. Non voglio comunque deludere le tua aspettative e con estrema umiltà cercherò di spiegare il mio punto di vista.
Devo ammettere che è vero: usiamo toni molto discutibili; ma il tono è importante. Parlare sottovoce è educato ed è anche raffinato, ma non sempre riesce a sortire l’effetto desiderato. Bisogna saperlo fare e noi non sappiamo farlo. Dopotutto non siamo un’organizzazione diplomatica, siamo solo cittadini incazzati.

Il problema purtroppo non è solo isolato alla nostra città, abbiamo poco da poter dire e fare. Ormai le metastasi hanno invaso tutto il tessuto sociale. Ogni giorno vediamo quello che succede a livello nazionale e poi ne sentiamo parlare in piazza come se si stesse parlando di una partita di calcio. Io credo che negli ultimi anni stiamo dimostrando al mondo di non essere un popolo maturo per una vera democrazia. Di questo ne pagheremo le conseguenze perché c’è già chi è pronto ad approfittarne.

Ai cittadini dovrei dire qualcosa di originale, di innovativo, ma tutto è stato detto e tentato… le metastasi non sono curabili. Vorrei dire però che possono dare il loro voto liberamente a chi vogliono. Possono perfino accettare promesse per favoritismi personali e il cosiddetto voto di scambio, ma non possono farsi trattare da animali utili solo a essere munti ad ogni elezione. Ai politici vengono attribuiti poteri che non hanno, l’unico loro potere è farci credere che sono potenti. Non è così. I politici sono al servizio del cittadino e chi non si adegua deve essere scacciato dalla società. Dobbiamo iniziare dai bar, dalle piazze. Togliamo il saluto a quei politici che non soddisfano le nostre aspettative. Facciamogli sentire il nostro dissenso. Isoliamoli. Vengono eletti con un centinaio di voti, non è possibile che gli altri 12mila elettori facciano finta di non sapere. Isoliamoli socialmente. Boicottiamo le loro attività economiche. La maggio parte di loro sono professionisti mezzi falliti e mantengono i loro studi trasformandoli in segreterie politiche. Medici che non fanno i medici, avvocati che non fanno gli avvocati, sindacalisti che non fanno i sindacalisti, architetti che non fanno gli architetti. Ma vi chiedete come campano? Vi chiedete come pagano i lussi che si permettono?

Apriamo gli occhi. Viviamo nell’estrema provincia, non possiamo controllare i politicanti del potere nazionale, ma controlliamo i nostri politicanti locali. E’ gente di poco valore. Sono solo piccoli quaquaraquà, non devono farci paura. Non sanno fare altro che affamare la popolazione per far poi finta di nutrirla. E’ la loro tattica per conservare il potere.
Cerchiamo di ragionare.


Sebastian Recupero

venerdì 10 dicembre 2010

Legambiente denuncia il ritorno dei rifiuti nel Torrente Provvidenza

La battaglia di Legambiente per la pulizia del torrente parte dal 2007 e dopo due anni di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, di giornate di volontariato, di petizioni e di intermediazione con le istituzioni, nel 2009 la Protezione Civile decide di inserire il Torrente Provvidenza di Patti in un progetto regionale di recupero dei torrenti, stanziando 50.000 EURO.
La pulizia dell'alveo viene effettuata e le montagne di rifiuti trasferiti in discarica, però a quest'intervento non è seguita, né da parte della Protezione Civile né da parte del Comune di Patti, la regolamentazione ed il controllo degli accessi all'alveo del torrente.
Non dando ascolto ai continui richiami del Gruppo locale di Legambiente e con il solito rimpallo di responsabilità e competenze, l'invito ad intervenire celermente non è stato accolto, e ancora oggi l'alveo del Torrente è di libero accesso. Purtroppo questo comporta il serio rischio di vanificare il lavoro di pulizia e di recupero ambientale fatto, in quanto lo scarico di rifiuti, materiale inerte soprattutto, è ripreso.
Il Gruppo di Patti del Circolo di Legambiente continua il suo lavoro e oggi denuncia questo stato di cose!


Di seguito pubblichiamo l'esposto inviato all'ufficio del Genio Civile di Messina, alla Provincia Regionale di Messina, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Messina, alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Catania, al Comando della Polizia Municipale di Patti ed alla Procura della Repubblica:

Oggetto: abbandono di rifiuti nell’alveo del torrente Provvidenza.

Per molto tempo, l’alveo del torrente Provvidenza è stato utilizzato alla stregua di una discarica di rifiuti a cielo aperto nella generale indifferenza.

Nel 2007 il gruppo di Patti del Circolo dei Nebrodi di Legambiente ha avviato una campagna di volontariato per il recupero e la tutela del torrente.

Al contempo, ha sensibilizzato l’opinione pubblica e le istituzioni preposte alla tutela del torrente affinché :

· venissero ripristinate le condizioni minime di sicurezza idraulica e di decoro civile,

· adottate le misure di controllo e regolamentazione degli accessi

· creata una discarica di inerti a servizio del territorio di Patti.

La campagna ha avuto vari momenti di approfondimento (incontri con la popolazione, raccolta firme, proposte di recupero, convegni) e di intervento diretto da parte dell’associazione con diverse giornate di pulizia dell’alveo del torrente. Inoltre l’impegno del gruppo ha avuto un rilevante risultato in un importante appalto, gestito dalla Protezione Civile, finalizzato alla rimozione dei rifiuti; intervento inserito in un piano più generale della Protezione Civile dedicato appunto alla risistemazione di diversi torrenti siciliani.

A queste iniziative non sono seguite però le necessarie misure di vigilanza per l’inibizione dell’accesso all’alveo del torrente da parte di quei mezzi che sistematicamente vi riversano rifiuti d’ogni genere. Questo nonostante le continue sollecitazioni con incontri, articoli, lettere e comunicati stampa circa la necessità di chiudere e regolamentare tale accesso.

Pertanto, a distanza di un solo anno dalla fine dei lavori, la situazione è tornata molto critica da tutti i punti di vista (idraulico, sanitario, paesaggistico) vanificando le azioni svolte e seminando sfiducia nei cittadini.

Premesso e denunciato quanto sopra, ritenuto che il torrente Provvidenza è sottoposto a vincoli derivanti da leggi statali e regionali, si invitano:

- gli Enti preposti alla sua tutela a verificare la situazione e ad intraprendere le azioni di loro competenza;

- il nucleo operativo ecologico dei Carabinieri ed il Comando della Polizia Municipale di Patti ad accertare le infrazioni denunciate e, possibilmente, individuarne i responsabili;

- la Procura della Repubblica di Patti a valutare se nei fatti segnalati sono riscontrabili profili di carattere penale.



Carmelo Ceraolo


mercoledì 8 dicembre 2010

Patti: Consulta giovanile, la posizione di SEL

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa inviatoci da SeL Nebrodi in merito alla imminente istituzione della Consulta giovanile di Patti.

-----------------------------------------------------------

TESTO DEL COMUNICATO:

Il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà, con riferimento alla vicenda della Consulta giovanile di Patti, intende sottolineare l'inadeguatezza del percorso e dello Statuto elaborati in questi mesi. Meritevole di attenzione è, in particolare, l'atteggiamento dell'amministrazione comunale pattese che non ha tenuto in considerazione le richieste di colloquio e i suggerimenti provenienti dal “Comitato per la Consulta giovanile” e che ha istruito un limite di età di 22 anni per la partecipazione alla Consulta. Tale limite, difforme a quello presente nella maggioranza dei casi, nei fatti, taglia fuori dalla rappresentanza importanti settori della realtà giovanile, quali il mondo associativo, quello universitario o le nuove identità lavorative, rendendo quest'organo, ponte fra i giovani e il mondo delle istituzioni, quasi del tutto inutile.
Ancora una volta, quindi, l’amministrazione comunale Gullo-Venuto dimostra le proprie carenze politiche che derivano dal non sapere ascoltare la società facendo incomprensibili cernite tra gruppi di persone (oltre al limite d'età, tra l'altro, la convocazione di un tavolo di discussione, per nulla tecnico, composto da pochi rappresentanti d'istituto delle scuole medie superiori), e manifesta di avere le idee confuse sul ruolo delle Consulte e sul loro funzionamento.
E' necessaria pertanto la sospensione del processo in corso e la convocazione urgente di un tavolo tecnico che coinvolga e spinga davvero alla partecipazione i giovani pattesi.

Sinistra Ecologia e Libertà - Circolo dei Nebrodi "Pier Paolo Pasolini"

-------------------------------------------

Redazione.

giovedì 25 novembre 2010

Liceo Scientifico di Patti, interviene SEL

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa, contenente la posizione di Sinistra Ecologia e Libertà in merito alla realizzazione della nuova struttura scolastica pattese.

-------------------------------

Testo del comunicato:

Il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà “Pier Paolo Pasolini”, in merito alla realizzazione del nuovo liceo scientifico di Patti, dichiara la propria contrarietà alla soluzione promossa della Giunta Ricevuto e cioè alla locazione con diritto di riscatto di una struttura già esistente. Proprio in queste ore, in città e sul web, verrà diffuso un documento che spiega la posizione del gruppo.
La nostra idea di istruzione e formazione, nonché la nostra idea di società, è molto distante da quella su cui la Provincia sta investendo. Chiediamo dunque che venga sospeso l’iter già avviato – ma probabilmente il bando di gara andrà deserto e si sospenderà da sé – per intraprendere la messa a punto e la costruzione di una struttura moderna, dotata di laboratori all'avanguardia, bio-compatibile, e dotata di un sistema di energie rinnovabili che vada ad incidere sull’impatto ambientale e il contenimento dei costi.
Constatando la sistematica inefficacia dell'azione amministrativa, chiediamo, inoltre, le immediate dimissioni del Presidente della Provincia e agli assessori competenti, in quanto inadempienti rispetto al mandato istituzionale attribuito loro dalla legge regionale 9/86.
Seguendo questo modello, la mobilitazione di SEL Nebrodi, continuerà, quindi, ad evidenziare, su questo ed altri temi, le responsabilità dell’attuale classe dirigente di questo territorio e ad esplicitare proposte concrete e innovative.

Sinistra Ecologia e Liberta - Circolo dei Nebrodi "Pier Paolo Pasolini"


----------------------------------

mercoledì 17 novembre 2010

Al 17 di Novembre (pensiero breve)

Brevissimo. Stranamente.

Voglio solo ricordare a me stesso e al mondo che mi ascolta cosa abbia voluto dire per me il 17 novembre da quando, 16enne, lo organizzavo con corteo, striscioni, cori e concerti.
Il 17 novembre era semplicemente la data in cui per uno studente tutto era possibile. Io sentivo che in quel giorno avrei potuto fare tutto: avrei potuto sfidare ogni cosa, anche la meccanicità intrinseca dei giorni nel "sistema vita", nel "sistema paese". Il 17 novembre era come il vento di liberazione da quelle che per noi, ormai, erano divenute solo carceri: le scuole. Che brutta cosa se le scuole diventano carceri. Ma che fare? di fronte al fatto che siamo solo numeri, ingranaggi o, peggio, punti di una linea spezzata su una tavola di statistica, che fare? Di fronte a diplomifici senza sole e soprattutto senza strutture. Evadere, ma capire la bellezza che sta nella conoscenza... ricercarla nelle forme e nei colori della libertà. Nel concetto di "formazione" distante anni luce da "istruzione". Noi non siamo macchine in fin dei conti, no?
Allora magari era implicita, ma c'era la gioia della conoscenza, della formazione del nostro Io, attraverso la liberazione.
E oggi si, c'è ancora il bisogno di una liberazione - che forse è sempre la stessa che non arriva mai - senza dimenticare il valore di collante e formante sociale della scuola e dell'Università pubbliche. Ci devono essere e devono essere di tutti e per tutti.

Oggi a Messina la piattaforma del 17 novembre è stata lanciata da Rete No Ponte, Movimento acqua bene comune, Unime In Protesta, Udu e CGIL. Quando avevo 16 anni forse non capivo che il diritto allo studio è un bene pubblico collegato a tutti gli altri. Collegato al concetto stesso di "pubblico".
Ed ecco la liberazione: abbiamo bisogno di liberarci da chi ci sta rubando tutti i nostri beni comuni. Ci dobbiamo libeare di quelli che si professano liberali.

L'unica vera istruzione deve essere pubblica. Perché pubblica è la bellezza, pubblica è la conoscenza, pubblica è la vita.

Richiesta di oggi al Governo: storniamo i 12 miliardi di euro dei cacciabombardieri e investiamoli nell'istruzione, nell'università e nella ricerca.

BUON 17 NOVEMBRE A CHI CREDE CHE PARLARE DI CAPITALISMO E ANTICAPITALISMO ABBIA ANCORA UN SENSO.
BUON 17 NOVEMBRE A CHI NON CREDE PIU' IN NULLA.

Sebastian Recupero

martedì 9 novembre 2010

Io c’ero...

Voglio raccontare cosa è successo, e soprattutto cosa ho sentito, ieri al consiglio comunale.

Innanzitutto voglio manifestare tutto il mio rammarico per il fatto che il consiglio comunale, espressione più alta di controllo politico-amministrativo del comune, sia praticamente deserto. Ad assistere all’assemblea “pubblica” c’era un vigile, lì ovviamente per lavoro, due impiegate comunali che facevano va e vieni dai loro uffici, tre “giornalisti” seduti in prima fila, di cui due con una autonomia di appena un’oretta, e quattro cittadini, io compreso. Capisco che molte persone di lunedì pomeriggio hanno da lavorare e capisco anche chi in un pomeriggio libero preferisce fare altro. È anche vero che negli ultimi due anni, da quando assisto più o meno assiduamente al consiglio comunale, non ho mai visto la sala piena. Ma ieri c’era la relazione del sindaco sullo stato di attuazione del programma, tra l’altro l’ultima del sindaco Venuto, e in un paese che si appresta ad andare alle urne dovrebbe essere un evento importante. Siamo da tempo in piena campagna elettorale e quasi settimanalmente si annunciano nuovi candidati e nuovi movimenti politici, ma, ahimè, il centro della politica del paese non vede nessuno di questi nuovi soggetti politici presenti ed interessati...

L’altra cosa, che non si poteva non notare, anche se sembravo il solo ad accorgersene, era il continuo squillare di cellulari, si sono sentite partire almeno una ventina di suonerie diverse (alcune anche più volte), ma nessuno sembrava preoccuparsene, anzi si rispondeva senza nemmeno uscire dall’aula mentre che il dibattito continuava neanche tanto infastidito. A tratti sembrava di essere in un call center, mancavano solo gli auricolari!

Ma andiamo alla cronaca vera e propria tralasciando questi dettagli che evidentemente hanno colpito solo me e che forse è una mia pecca notarli. Non sono un giornalista quindi la mia cronaca sarà inevitabilmente carente e spero di riuscire ad evitare qualsiasi giudizio personale.

Come già ricordato, il primo punto all’ordine del giorno è stata la relazione annuale del sindaco sullo stato di attuazione del programma (tra l’altro cercandolo sul sito del comune non si trova, è presente l’apposito link ma questo è vuoto). Come di routine la parola spetta al sindaco per illustrare la sua relazione e il suo operato. La relazione inizia con la ricerca e il richiamo a tutte le forze politiche per un clima più sereno (si è gia fatta pesante l’aria di campagna elettorale) poi il sindaco ha svariato su diversi punti dall’impegno nei servizi sociali agli investimenti sulla sicurezza del territorio, dell’impegno profuso nel presentare diversi progetti che attendono lo sblocco dei finanziamenti alla costruzione dei parcheggi in via Fratelli Cervi, dal cartellone estivo alla rassegna teatrale di Tindari, dall’imminente inizio dei lavori per il marciapiede in via Trieste a quelli per Piazza Niosi. Per ultimo parla del centro storico affermando: “credo che sia stato una delle poche amministrazioni nella storia che ha investito [...] per il centro storico” citando San Francesco e Palazzo Galvagno.

Alla fine del discorso di Venuto il presidente (Mobilia, Scardino era assente) chiede chi vuole la parola, tra i consiglieri è sembrato cogliere una specie di tentennamento, successivamente ho interpretato quella titubanza come la volontà da parte dei consiglieri di avere l’opportunità dell’ultima parola nel dibattito. È stato, poi, il consigliere Mollica il primo a rompere il ghiaccio leggendo il suo duro commento alla relazionare del sindaco, definendolo: “freddo, stanco e soprattutto rassegnato – e che – non manifesta slancio alcuno per il prossimo futuro di una città messa sotto silenzio da una componente politica che aspira a governare per i prossimi dieci anni, con le stesse metodologie. [...] Finalizzata dalla logica dei numeri, - dominata- dall’incapacità di pensare in grande, da una mediocrità ormai diffusa e riistituzionalizzata, da una parte politica che mi piacerebbe rendesse il conto dell’operato del governo della città ponendo numeri ed iniziative assunte ”. Inoltre rimanda al mittente la causa del clima di violenza politica denunciato dal sindaco e rilancia: “da anni il dibattito è morto e sepolto, per questo abbiamo ritenuto di dover lasciare una maggioranza laddove alcune componenti, con la sola forza dei numeri, sono riuscite a condizionare volontà di cambiamento e silenzio”. Continua Mollica elencando alcuni i punti deboli di questa amministrazione: il progetto del centro storico abbandonato, l’ufficio delle relazioni con il pubblico mai aperto, il riordino della pianta organica non affrontato e la cura del verde pubblico non più gestita dal comune stesso come un tempo. Così conclude: “in quest’ultimo scorcio di mandato dimostri di sapersi scrollare di dosso lacci e laccetti che hanno frenato e caratterizzato il suo operato”.

Il secondo consigliere ad intervenire è stato Aquino, anche lui come sottolineato del collega Mollica, nelle parole del sindaco avverte lo stesso sentore di rassegnazione. Inoltre dichiara che: “nessuna analisi possa farsi della relazione annuale se non la si mette in correlazione con il programma che lei aveva presentato e che gli elettori hanno votato. [...] Un buon politico è quello che se non ritiene, se non è certo, di poter realizzare alcuni obiettivi del proprio programma è bene che non li inserisca.” Lamenta il fatto che il buon progetto di recupero centro storico sia stato redatto solo per “pagare una cambiale politica, di una forza politica che quel progetto aveva fortemente voluto e richiesto più che per reale convinzione”. Definisce il San Francesco come un contenitore vuoto di cui non si evince una chiara destinazione. Ribatte punto su punto la relazione del Sindaco citando l’ultimo cartellone teatrale di Tindari e l’increscioso episodio con vecchioni, la leggerezza nella gestione del cinema comunale, lo stato dell’ufficio tributi, il porto per cui denuncia che “nessun atto amministrativo è stato posto in essere”, il sistema dei parcheggi, la viabilità, il rilancio delle frazioni, il cimitero, la consulta giovanile ancora da istituire, la Villa Romana. In fine, concludendo afferma che dalla relazione annuale non evince nessun progetto di sviluppo perseguito dall’amministrazione in questi quattro anni e che il confronto con il programma pre-elettorale è imbarazzante per cui dà un netto giudizio negativo rispetto all’operato dell’amministrazione.

Il primo a prendere la parola dalla parte della maggioranza è stato il consigliere De Luca il quale ovviamente ha una visione opposta a quella del consigliere Aquino. Parla di traguardi che l’amministrazione ha raggiunto “seppur con una congiuntura internazionale mostruosa”! Lui vede il bicchiere mezzo pieno (anzi pieno a metà) e cita i servizi sociali come un’eccellenza, la stagione turistica, la garanzia dei servizi essenziali, la difesa dell’ospedale e dell’università.

Dopo De Luca la parola passa a Tripoli che prima di tutto richiama i colleghi dell’opposizione, dicendo che alcuni di loro per quattro anni sono stati solo capaci di fare campagna elettorale. Poi dichiara: “questa amministrazione ha lavorato e ha lavorato benissimo per quello che si poteva fare”. Ha citato gli interventi nel centro storico, i servizi sociali e parlando del problema rifiuti ha affermato che il problema è stato ben affrontato.

Dopo tocca a Gigante (dissidente di maggioranza) che evidenzia come il comune è perennemente gestito in stato di emergenza attraverso le ordinanze, evidenziando così una grave incapacità ad amministrare, portando il paese ad arretrare.

Il consigliere Di Dio prende la parola e centra il suo intervento tutto sulla mancata realizzazione di un impianto sportivo a Patti Marina, e sull'abbandono e il degrado in cui questa frazione versa.

Il consigliere Forzano, invece, dopo aver elencato gli attuali impedimenti internazionali: la crisi economica, nazionali: “un’Italia ferma sui binari, ghiantata da 2 anni”, regionali: il quarto governo in 2 anni. Dichiara: “è un grande successo, è un grande successo aver mantenuto l’ospedale in questi anni, aver mantenuto il tribunale, aver mantenuto tutti quegli uffici e quelle sedi è un grande successo, [...] bisogna apprezzare quello che abbiamo”. E auspica per evitare il peggio la collaborazione di tutti a partire dai cittadini, dai giornali e dell’opposizione di cui denuncia uno scarso impegno a favore del paese.

L’ultimo dei consiglieri a intervenire è stato Bonsignore e riprende il primo punto del discorso del sindaco, in cui auspicava il ritorno del vero ruolo della politica. Appellandosi al buon senso di tutti, maggioranza e opposizione, chiede di cambiare questo modo di fare politica per riuscire a cambiare e migliorare l’attuale stato delle cose. Tocca poi il tema scottante dell’edilizia: “Mi sarebbe piaciuto in questo consiglio comunale che qualcuno sollevasse la questione legata alla commissione edilizia, e invece tabula rasa. [...] Sindaco sarebbe stato forse il più grande regalo che tu potevi fare a questa città, quella di sciogliere la commissione edilizia comunale, invece di andare a sostituire 4 elementi della stessa. [...] dobbiamo cambiare rotta pensare in maniera diversa pensare ad un rilancio vero”.

A questo punto prende la parola il Sindaco per fare un intervento conclusivo e rispondere ad alcune questioni sollevate dai consiglieri: “ritengo che da parte dell’opposizione dare un giudizio negativo sull’operato dell’amministrazione, credo che ci sia una grande miopia politica. [...] La politica deve essere in una città il punto vitale fondamentale, la salute della vita democratica di una città. [...] bisogna cambiare metodo, strumenti, comportamenti non solo amministrativi, ma anche sociali. Comportamenti diversi nei confronti della propria città. L’immagine della città non può essere soltanto rilegata al ruolo dell’amministrazione comunale, ma deve essere anche sorretta dai media, dai giornali e dalla stessa società. [...] ho tentato in questi cinque anni a dare a questa città un’immagine diversa con le risorse disponibili, ma nessuno mi può contraddire su questo o sul mio impegno personale quotidiano nei confronti non soltanto della vita amministrativa, ma anche al servizio della società di Patti. [...] per il centro storico ho cercato di dare una risposta, l’abbiamo fatta. Resta il piano particolareggiato, se nel consiglio comunale ci sono le risorse, 350/400.000 €, quelle che servono, dobbiamo fare un concorso di idee? A disposizione non c’è nessun pobblema. [...] Pensare che tutto si poteva risolvere con l’esiguo bilancio comunale, ahimè, questa è miopia politica dell’opposizione.”

Il consiglio ha poi approvato il nuovo Piano Miglioramento dei Servizi della Polizia Municipale e ha rimandato il punto relativo al documento a sostegno dei precari del comparto scuola.

Alle 8 e 30 li ho poi lasciti a dibattere sul punto del riassetto del bilancio perché le quasi 4 ore e mezza mi erano più che bastate...

Carmelo!

giovedì 28 ottobre 2010

Liceo scientifico: lettera autonoma, e forse anarchica, alla mia (smarrita) società civile.

Cari lettori, e comunque lettori anche poco cari,
oggi pomeriggio ho preso parte ad un incontro tenutosi nell'aula magna del Liceo Classico di Patti.
"Il solito incontro con le solite chiacchiere sul problema del liceo scientifico", si potrebbe dire. Ma non è esatto: ho apprezzato tantissimo la presenza di tecnici, sindacalisti e precari che hanno parlato della riforma Gelmini, dei tagli di Tremonti e del valore della conoscenza. Purtroppo, a lungo si è finito per fare la solita retorica sul problema della struttura liceale, non considerando nessun punto di vista politico ma ricercando una inutile e inopportuna apoliticità. In più, e lo penso realmente, qualcuno ci ha speculato in termini di propaganda elettorale. Resta, ad ogni modo, la serietà dell'incontro che i ragazzi sono riusciti ad organizzare (e la complessità dei problemi che hanno voluto esporre), al di là del fatto che, alla fine, ci si sia appassioni solo alle contingenze, alle micro-vertenze. Questo anche perché, da un lato, siamo in campagna elettorale; dall'altro perché i genitori sono sempre un po' distaccati dai problemi reali e hanno una visione spesso incompleta del problema.
Dirò subito che la mia contrarietà a questa occupazione (per motivi ampi che spaziano dalla sociologia alla filosofia al realismo, e che non sto qui a raccontarvi) non mi ha impedito di essere al fianco degli studenti anche stavolta. Non foss'altro che le questioni sociali e politiche, e le istanze dei gruppi sociali, rappresentano il senso della mia esistenza.
Adesso però è giusto fare un discorso onesto: credo che la coscienza sociale dei ragazzi del liceo non si sia svegliata, e non sia carica di motivazioni complesse, per tutti quanti allo stesso modo. Non è motivo di cattiveria affermare che sono ben pochi quelli che capiscono fino in fondo i problemi reali. Lo dico perché io stesso, al liceo, - seppur con una progressiva presa di coscienza - sono stato, alle volte, solo un appassionato di sogni astratti o di discorsi semplicistici. Oggi sono ancora un appassionato di sogni di cambiamento e di verità...ma con una coscienza strutturata.
Ecco, possiamo accettare dunque la considerazione per la quale i ragazzi siano un po' incoscienti e che spesso le loro proteste perdano di significato; ma non possiamo accettare che sia così per i genitori, i docenti, i dirigenti scolastici.
Si, l'occupazione i ragazzi non la devono fare: infatti dovrebbero occupare gli adulti, cioè quelli che hanno tutti gli strumenti per capire! Quelli che però, in fin dei conti, non hanno mai capito che si sta rubando il futuro dei loro figli e di intere generazioni. Quindi no, nemmeno loro possono occupare.
Ma, direte, "oggi i genitori erano schierati al fianco degli studenti". Lo erano: con le parole. Purtroppo, per una vita, non lo sono stati con i fatti.
Proprio qui che il mio discorso sembra ingarbugliarsi, arriverò velocemente al nocciolo della questione.
Dell'unità dei consiglieri provinciali o dei sindaci, con la volontà di non dipendere dalla loro appartenenza politica per il raggiungimento di un obiettivo comune, non me ne frega nulla. E non me ne frega nulla perché nessun obiettivo è comune, in politica.
Questo governo nazionale, infatti, così come molti altri governi in passato, ha deciso che sull'istruzione non si deve investire, chiarendoci dunque che essa non rappresenta una priorità per lo sviluppo sociale, culturale ed economico della nostra società. Per carità, una scelta politica che si argomenta in un disegno ideologico ben preciso, del tutto rispettabile. E fin qui ci siamo: non ci sono scelte oggettive.
Ora, sfortunatamente per noi, anche alla Provincia esistono i partiti: e sono grossomodo gli stessi che troviamo sullo scenario nazionale. E non so se qualcuno di voi sa che la Provincia Regionale di Messina, da oltre quarant'anni, è governata dal centro-destra, sotto varie forme e rimescolamenti.
Anche qui le scelte potrebbero non essere oggettive?

Analizziamo.
I compiti delle provincie sono essenzialmente questi: strade provinciali, strutture scolastiche, tutela ambientale... e poco altro.
Dunque: intorno all'anno 2000 o poco prima, il Consiglio Provinciale aveva stanziato, nel bilancio, i soldi necessari alla costruzione del liceo scientifico di Patti (quindi la possibilità economica c'era). Ma, senza troppe sorprese, questi soldi sono stati subito stornati e ridistribuiti su altri fronti: non mi pare che ci fossero particolari criticità e che quindi un'emergenza più grande avesse messo in condizione i consiglieri di scegliere altri investimenti.
Beh, sul fronte dell'edilizia scolastica, a parte il favore a qualche politico importante o la rispondenza a qualche logica lobbistica che ha portato al finanziamento di alcune strutture, si proceduti abbastanza male. Unica cosa fatta è stata buttare soldi nel cesso, pagando le locazioni.
Ma per fortuna queste amministrazioni provinciali monocolore hanno impedito la devastazione del territorio con un attento controllo sulla cementificazione e la messa in sicurezza delle zone a rischio idrogeologico, oltreché con la particolare cura delle arterie stradali provinciali. Oppure non basta nemmeno l'ironia, per evitare di ricordarvi ancora storie di morti e di sfollati, di attività commerciali e industriali costrette a chiudere, di aree agricole abbandonate, di cemento e di rabbia. Ma purtroppo anche di connivenza: di tutti noi.

Ad ogni modo, fino al mio ingresso sulla scena e alla partecipazione alla battaglia del liceo di Patti, soldi di provenienza provinciale ne sono stati spesi parecchi su svariati fronti: male evidentemente, se non si è stati in grado di rispondere ai pochi compiti che l'Ente detiene. Dopo di ché, il martellante problema del reperimento del denaro, è stato al centro di ogni discussione ed è diventato una cosa che sta nei fatti, quasi normale. E invece, cari amici lettori, non è normale.
Io faccio questa semplicissima lettura: o il centro-destra provinciale non crede e non ha creduto nell'importanza dell'istruzione pubblica (come il governo nazionale fa per scelta) oppure siamo di fronte a gravissima (sottolineo gravissima) incapacità amministrativa, oppure ancora si è preferito perpetuare un sistema di micro e macro assistenzialismo e clientelismo che ha fatto contenti tanti elettori, in tante situazioni. E chi se ne frega: a scuola ci vanno quelli che sono allo scuro di come funzionano le cose e che hanno scarsa influenza sociale, ai quali non si può comprare il voto in qualità di studenti. Lo si comprerà domani in qualità di disoccupati.
Ma io sono convinto che la verità comprenda tutte e tre le ipotesi: per continuare a spartirsi posti di potere e a perpetuare il loro controllo sulla popolazione si adopera il sistema clientelare distribuendo risorse economiche nel breve periodo ad alcuni soggetti o enti; questo consente di non esser giudicati in base ad un criterio di meritocrazia e quindi è facile essere rieletti anche se si è incompetenti; in fine, per questo motivo, non c'è bisogno che tutta la gente sia istruita e che le scuole siano pensate come una cosa seria. Tanto comandano i Baroni. E comanderanno anche su di noi: giovani oggi, arruolati nel sistema domani.
Tutto questo discorso è utile, a mio modesto avviso, a comprendere quale siano considerate oggi le cose davvero importanti per chi ci governa, ed in generale, per la maggioranza dei cittadini. E cioè: la detenzione del potere, l'accumulo del capitale, la sicurezza illusoria nel curare solo il proprio giardino a scapito di chi non ha la fortuna di avere santi in Paradiso, l'uovo oggi e mai la gallina domani.
Vedete, per me è impossibile fare qualsiasi discorso apoliticamente, senza ideologia. Le micro-vertenze sono figlie, come reazioni fisiche di corpi che continuamente si scontrano, delle grandi vertenze.
Oggi le grandi vertenze sono la legalità, il lavoro, l'economia sociale (cioè di tutti) e l'ambiente. Io non riesco ad immaginare ogni altro discorso, seppur piccolo, contingente o limitato ad azioni di minor respiro, slegato da queste grandi tematiche. E infatti nulla è slegato, per me.
Quello che abbiamo di fronte da sempre, e quello che abbiamo di fronte oggi guardando alla classe politica, è un disegno conservatore, capitalista (e smettetela di sbuffare davanti a questa parola, che vi sta mangiando la vita), criminale, mafioso e baronale. Questa è la verità. Solo questa.
E' un disegno di turbo-capitalismo (precarietà per molti; illegalità, egoismo, prepotenza e astuzie finanziarie poco trasparenti per pochi) perché moltissimi hanno il sogno fasullo della ricchezza economica e nessuno quello della ricchezza morale. E' un disegno di turbo-mafia perché la mafia non è esterna alla politica, ma la politica è diventata la mafia vera con la nostra complicità.
E poi la politica è divenuta il regno del potere: il potere come vera ricchezza. E' forse questo il punto principale.
Per portare avanti questo disegno, potete ben capire, che non servono buoni amministratori: serve solo gente senza scrupoli, che fa leva sulle vostre paure, sulle vostre ansie primordiali e sulla vostra vulnerabilità. Sul lavoro come sulle altre condizioni sociali precarie.
Ecco perché gli amministratori che abbiamo, e che oggi accusate di inadempienza perché vi si palesato di fronte un problema che "trascende" la vostra quotidianità (e, per altro, li accusavate anche ieri, accorgendovi sempre, per qualche giorno, degli stessi problemi di oggi) li avete rivotati e forse li rivoterete ancora.

Per il liceo scientifico di Patti dunque, al di là del nuovo bando (l'ennesimo) che ci hanno promesso, e del fatto che forse stavolta qualcosa si riuscirà a fare davvero (speriamo), resta un'unica verità: la scuola pubblica non è stata e non è ancora una priorità. E per chi ha fatto parte e fa parte del centro-destra - e che a volte rimescola le carte per non fare comprendere il peso della propria corresponsabilità e della propria colpevolezza morale o fattiva, con cambiamenti di casacche, di bandiere, di toni, o con innovazioni ideologiche (ultimante va di moda il sicilianismo e l'autonomismo) - non può, per quanto mi riguarda, fare oggi opposizione a quello che ha rappresentato per anni. Non può tirarsi fuori dal sistema che egli stesso ha contribuito a costruire e a tenere in piedi, approfittandone, di certo, in più occasioni. Non può usare toni comiziali - o toni buonisti e deideologizzati contro i toni comiziali di altri - per attribuire la responsabilità sempre ad altre persone. Il problema qui, prima che essere rappresentato dalle persone nella loro individualità e umanità, sono i sistemi politici! E pure tu, caro Cerreti, ne fai parte. E pure tu, anche se da quella opposizione di comodo e anche se dici delle cose molto giuste, caro Luigi Gullo, ne fai parte. E pure tutti gli altri.
E voi adulti, genitori, come fate a lamentarvi oggi? Di cosa vi lamentate?
Insomma c'è qualcuno che è confuso: politici che si dimenticano perché appartengono ad un partito; genitori che non sapevano di aver votato qualcuno che in realtà non la pensa come loro. Gli studenti sono spaesati. E io sono per strada, a domandarmi quand'è successo tutto ciò. E perché.
Ma sono scene già viste dai mie occhi. Ad esempio, come sull'Ato rifiuti e l'Ato idrico al Comune di Patti: l'opposizione di centrodestra contesta il Sindaco per aver accettato il regime della Tia (tariffa di Igiene Ambientale) illegittima ...e approvata con tutte il resto delle porcherie e delle spartizioni dai politici del proprio partito a livello provinciale; oppure sentir pronunciare al consigliere Aquino (Pdl) le parole "sono rammaricato per la proposta di privatizzare l'acqua fatta dal mio partito a livello nazionale". Ma a tutto c'è un perché, cristo santo! Forse solo loro non lo sanno.

Bene cari amici. Alla fine di questa storia i genitori non avranno mai protestato davvero e smetteranno di sostenere la protesta dei figli; i figli per la gioia dei genitori non occuperanno più un bel nulla e penseranno solo a studiare, che è una cosa seria; i politici continueranno a perpetuare il loro potere sui genitori, inclini a svegliarsi dal loro letargo morale solo a tratti. E qualcuno solo perché tra qualche mese si vota.
Ma che volete, la storia di questa gente è stata, prima di questo intralcio, una storia di fatti sociali e di gran travaglio: una madre, forse, un giorno, decise di costruire una veranda abusiva sulla propria terrazza per assecondare la sua voglia di casa, di cose, di spazio per accumulo e eleganza; uno di quegli uomini era innamorato dall'idea di una casa sull'argine del fiume o forse non sapeva che avrebbe costruito la sua casa su un argine di fiume; uno degli altri la voleva sul mare, la casa; uno in un cucuzzolo di montagna dove costruivano solo magazzini agricoli, chissà poi perché; un ragazzino si era truccato lo scooter; un adolescente non aveva pagato il biglietto del treno; un altro aveva preso esempio da papà e si era fatto levare una multa per divieto di sosta o parcheggio non pagato; uno studente continuava a copiare la versione di latino perché la scuola e la vita gli avevano insegnato che bisogna essere furbi e non curiosi e onesti; un papà imprenditore aveva scaricato i suoi grandi rifiuti nell'alveo di un piccolo fiume. E intanto un rumeno rubava la pensione della vecchietta: perché glielo avevano insegnato gli italiani come si fa e che si può fare, in Italia. E perché come gli altri italiani che rubano, essi sono fuori dalla società: espulsi dal capitalismo e dalle sue contraddizioni. E forse salvi.
Un sistema universale di mafiosi: il sistema NOI.
E fanculo dignità del lavoro, fanculo libertà, fanculo morale cattolica, fanculo sviluppo sostenibile, fanculo progresso, fanculo tutto.
Fanculo pure alle tragedie annunciate e ai morti; all'eolico, che da fonte di energia rinnovabile diventa fonte rinnovata di corruzione; alla raccolta differenziata o alla riduzione del peso dei rifiuti che muore nelle discariche ancora rinnovate; fanculo ai ricercatori e ai precari; agli studenti universitari senza raccomandazione che faranno i camerieri; fanculo a tutti i disoccupati; fanculo ai giovani; fanculo agli anziani.

Oppure no.


Io non venderò mai il mio voto. E non venderò mai la mia dignità di uomo.


Sebastian Recupero

venerdì 15 ottobre 2010

Patti: nasce il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà

Pubblichiamo la versione integrale del comunicato stampa:
____________________________________________

E’ nato, ufficialmente il 3 ottobre scorso a Patti, il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà intitolato a Pier Paolo Pasolini. Il movimento politico che da più di un anno e mezzo opera su tutto il territorio nazionale, e di cui è portavoce il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, si da ora la forma del partito: il 22, 23 e 24 ottobre a Firenze, infatti, si terrà il Congresso fondativo al quale prenderà parte anche un rappresentate del Circolo Nebrodi.
Il referente del circolo, almeno per il primo periodo, sarà Sebastian Recupero; mentre al Coordinamento provinciale – durante il Congresso tenutosi a Messina l’8 ottobre - sono stati eletti Donata Ingrillì (già sindaco di Mirto), Sara Marino Merlo, Emanuele Marchese, Francesco Mastrolembo.
Il Circolo dei Nebrodi nasce come laboratorio politico permanente per radicare sul territorio la linea programmatica del partito e declinarla, in particolar modo, su quelle che sono le sfaccettature e le tematiche locali, senza per questo rinunciare ad affrontare e interpretare temi di più largo respiro.
Le ragioni della nostra scelta e il coinvolgimento nel nostro circolo di un’ampia maggioranza di giovani e giovanissimi (circa l’80 % degli iscritti, al 25 settembre, sono sotto i 30 anni), sono da ricercare nella necessità di un cambiamento reale della politica e nel fallimento del sistema partitico-clientelare attuale. Anche l’allontanamento dalle ideologie del Novecento, che, invece di gettare le basi per un nuovo discorso di riforma del quadro sociale e di riorientamento delle abitudini del cittadino globale ha lasciato spazio alle dannose anime populiste da una parte, e neoliberiste dall’altra, ci impone oggi di ricercare con forza la strada della sinistra, dell’ecologia e della libertà partendo da chi ancora possiede dei sentimenti buoni e delle “energie pulite”.
Ci ispira la necessità di porre un argine al disfacimento del senso democratico, alla privazione della dignità d’ogni cittadino, legata al voto di scambio, diretto e indiretto, e alla ricerca del consenso di una casta di politici che non hanno come obiettivo la trasformazione della realtà sociale – che ammetta anche la loro scomparsa – ma semplicemente il mantenimento dello stato attuale delle cose. In questo senso leggiamo negativamente la nascita di nuovi partiti che hanno una confusa vocazione identitaria a difesa delle ragioni della Sicilia, oppure il moderatismo di movimenti che si staccano da partiti già esistenti e che sono unicamente tesi alla difesa di posti di potere: pensiamo alle varie costole staccatosi da già ambiguo MPA, come il nuovo movimento di Cateno De Luca, oppure il Pid (Popolari per l’Italia di Domani) del condannato per favoreggiamento semplice ad esponenti della criminalità organizzata, Salvatore Cuffaro, e di Calogero Mannino. Essi rappresentano chiaramente ciò che noi non vogliamo essere: lottizzatori della democrazia, perpetuatori di una politica vecchia e dannosa.
La Sicilia, e la Provincia di Messina, rappresentano l’emblema di quanto la democrazia sia stata abbattuta dal linguaggio e dalla metodologia baronale: fenomeni come l’assistenzialismo e, peggio, come il clientelismo, hanno impedito il progresso di un’intera civiltà, tenendoci ancorati ad uno status quo che ha permesso il controllo più marcato del territorio da parte degli uomini di potere. E ogni qualvolta che si è provato a fare qualcosa di innovativo che indirizzasse il nostro sviluppo sociale verso direzioni nuove - come il caso degli impianti eolici in Sicilia, e in particolar modo sui Nebrodi - quel sistema corrotto e scollato dalla logica della democrazia come unico strumento che ci possiamo dare per fare davvero il bene di tutti, ha, ancora una volta, permesso un misero fallimento. Un fallimento della politica e della società che permette tutto ciò.
La nostra attenzione sarà rivolta verso tutti gli ambiti dell'organizzazione sociale, attraverso il perseguimento di nuovi modelli di sviluppo in senso sostenibile, ponendo al centro, in maniera assoluta, il diritto al lavoro e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, messa a repentaglio dal sistema economico e finanziario globale, dalla precarietà, e da certe politiche di prepotenza.
Nei prossimi mesi il nostro Circolo proporrà dibattiti pubblici con modalità di partecipazione innovative, che richiederanno un contributo serio a tutti i cittadini, su tutto il territorio dei Nebrodi. Nel frattempo auspichiamo una libera adesione a SEL da parte di moltissimi altri giovani e meno giovani che vogliono contribuire davvero, nel quadro dell’abolizione della vecchia politica e dei vecchi metodi.

Sinistra Ecologia e Libertà - Circolo dei Nebrodi "Pier Paolo Pasolini"


____________________________________
da Redazione

venerdì 24 settembre 2010

Cine Teatro comunale: associazioni fiduciose dopo l'incontro tra le parti

E' un generale clima di fiducia, accompagnato da una composta soddisfazione, quello che si è potuto percepire oggi all'uscita del Palazzo comunale, dopo l'incontro tra le associazioni, il regista Massimo Piparo e l'amministrazione comunale di Patti.
La lunga e partecipata discussione, con un Piparo interessato e sincero, ha avuto come esito primario quello di far assorbire all'amministrazione comunale l'idea di una svolta qualitativa nella gestione del teatro e delle arti nel nostro comune. Idea che sfocerà, ormai certamente, nell'impegno della Giunta comunale di organizzare - tramite una consulta delle arti e la consulenza (non più direzione artistica) di un esperto come Massimo Romeo Piparo, una stagione teatrale non affidata ai privati ( di responsabilità collettiva, se così si può dire) che unisca i prodotti delle compagnie pattesi ad alcuni spettacoli di risonanza maggiore, che le associazioni vogliono fissare in un numero minimo di 3. Per fare questo è necessario un impegno di spesa del Comune e la partecipazione attiva delle associazioni nella gestione dello "sbigliettamento" e degli abbonamenti relativi a tutti gli spettacoli offerti. Con molta approssimazione, il Comune dovrebbe impegnare (per poi recuperare in parte o del tutto) una somma minima di 20mila euro per l'acquisto degli spettacoli e le spese necessarie. Su questo pare si possa trovare un'intesa tra le parti. E ci si sta lavorando.

Un altro canale della discussione, solo in parte staccato da quanto detto fin ora, è quello del bando di affidamento del Cine Teatro e di tutto ciò che concerne la gestione della struttura pubblica di via Trieste.
Nel bando dovranno essere assorbiti - secondo gli auspici delle associazioni - le indicazioni presentate in seno alla nota proposta e cioè il cosiddetto "tariffario" (per l'utilizzo da parte dei cittadini della struttura in questione), la compilazione di un inventario pubblico della strumentazione e degli arredi, e l'aumento delle giornate concesse a titolo gratuito e con patrocinio.
Ancora da definire invece sono due questioni fondamentali. Innanzitutto scegliere se affidare ai privati solo la stagione cinematografica o se, lasciare loro la possibilità, nell'ambito delle nuove condizioni previste dal bando, di poter realizzare altri eventi, anche teatrali.
In secondo luogo decidere se sia il caso di mettere mano al portafogli per una ristrutturazione del Cine Teatro prima dell'avvio delle nuove attività.
La prima questione è molto più complessa di quanto non appaia: probabilmente si dovrà scegliere se oggetto dell'affidamento a privati, quindi del bando, è la struttura o la stagione cinematografica. Le due cose hanno connotati radicalmente differenti: nel primo caso, seppur con tutti i vincoli che verranno previsti, la struttura è legalmente affidata ad un terzo e quindi alcune competenze dovranno esser regolate con moltissima attenzione onde evitare interpretazioni non univoche e problemi legali; nel secondo caso, invece, è il Comune che resta gestore della propria struttura e che discerne il momento cinematografico da quello teatrale affidandoli rispettivamente ad un privato con determinati requisiti e a una consulta delle arti, cioè a un organo di cui si dota l'amministrazione comunale. Durante la riunione di stamane, di tutto ciò non si è discusso; mentre è stato argomento di dibattito la questione della manutenzione straordinaria del Cine teatro: il Sindaco, Pippo Venuto, ha fatto intendere che l'amministrazione sarebbe orientata a impegnarsi nei lavori di risistemazione dello stabile solo ad affidamento completato, facendo intravedere, anche in questa occasione, l'intenzione di trovare un vero e proprio gestore della struttura. Con esso, successivamente, accordarsi per la manutenzione.
Tutti questi argomenti saranno oggetto dei prossimi incontri: l'amministrazione, gli assessori e i responsabili di settore si sono impegnati a coinvolgere le associazioni, già dalla prossima settimana, nella fase di preparazione del bando di gara.

Ma si ricordino una cosa: non è solo una questione formale o amministrativa, ci sono in ballo scelte ideologiche ben precise.


Sebastian Recupero

Cine Teatro comunale: le associazioni incontrano l'Amministrazione comunale e Massimo Piparo

Si terrà stamattina a Palazzo delle Aquile, alle ore 11.00, il tanto atteso incontro tra le associazioni riunitesi nel cosiddetto Forum, i rappresentanti dell'Amministrazione comunale e il direttore artistico di "Arte a Tindari" , Massimo Piparo.
Da mesi, oramai, alcune associazioni di promozione sociale e le compagnie teatrali pattesi stanno lavorando a una proposta per la nuova gestione del Cine teatro comunale di Patti, dopo le polemiche, anche aspre, che sono nate la scorsa primavera. Questa proposta, secondo i promotori, è tesa a cancellare definitivamente le incertezze, le possibili approssimazioni e, non da meno, i possibili abusi relativi all'utilizzo della struttura pubblica in oggetto (con l'introduzione del "tariffario" e di una nuova distribuzione delle concessioni d'uso) ma soprattutto ha il fine di introdurre una vera e propria novità: la gestione pubblica della stagione teatrale.
L'idea ultima è quella di eliminare dal bando di gestione (a privati), la parte relativa alle attività teatrali e/o artistiche e/o ricreative o culturali d'ogni genere, concedendo al nuovo gestore solo competenze cinematografiche. Il fine di questa operazione, vero spirito della proposta intera, è quello di ridare a Patti una stagione teatrale di buon livello, grazie al coinvolgimento di un direttore artistico nominato dall'amministrazione comunale e di una " consulta delle arti" composta dai rappresentanti delle compagnie teatrali pattesi.
Sembrano ancora da risolvere alcuni dubbi, ma sia le associazioni che l'amministrazione che il Consiglio comunale si dicono fiduciosi e convinti della bontà di questa proposta.


Sebastian Recupero

domenica 5 settembre 2010

Cine Teatro comunale: le associazioni riunitesi in un forum spingono per la nuova proposta

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del cosiddetto "Forum delle associazioni", più propriamente del forum di quel gruppo di associazioni che da giugno stanno elaborando una proposta per la nuova gestione del Cine Teatro comunale di Patti.
Il comunicato stampa, che anticipa la seduta del Consiglio comunale delle 16.30 di questo pomeriggio (rinviata dalla convocazione di agosto per l'assenza di numerosissimi consiglieri comunali), punta a fare chiarezza sul lavoro svolto dalle associazioni con l'intenzione di rendere l'intera cittadinanza partecipe di un moto di cambiamento della vita socio-culturale pattese.

-------------------------------------------------------
Testo del comunicato:

UN PO’ DI CHIAREZZA

Oggi pomeriggio (6 settembre 2010) si riunisce il consiglio comunale. Tra i punti all’ordine del giorno, la gestione del cine-teatro comunale. Durante il consiglio verrà probabilmente discussa una proposta in merito che non è quella del Forum delle Associazioni. Tale Forum, costituitosi a maggio proprio per cercare di trovare una soluzione a quello che è diventato un nodo rilevante per il futuro della nostra città, ha lavorato nel rispetto reciproco e nella trasparenza anche e soprattutto nei confronti della cittadinanza. Dimostrazione di ciò sono stati i comunicati che hanno trovato spazio nei quotidiani pattesi, volti a rendere tutti partecipi di una vicenda che ha fatto molto discutere.
La nostra proposta, quella del Forum- costituito dalle associazioni PattiSana, Nuovi Teatri, NoveMaggio, Sinafia, Compagnia teatrale Il Sipario, Contempodanza, Officina delle Idee, Antonello Ventincentre- nasce da un principio molto chiaro e semplice: la necessità che l’amministrazione comunale riprenda in mano l’indirizzo della cultura della nostra città. Proprio per questo si chiede all’amministrazione di gestire il cartellone teatrale del cine-teatro, attraverso la nomina di un direttore artistico che garantisca la qualità degli spettacoli. Contestualmente, la proposta prevede che venga dato spazio alle compagnie teatrali ed associazioni artistiche locali.
Il direttore artistico, inoltre, dovrebbe essere coadiuvato da una Consulta delle Arti, composta da alcuni membri delle associazioni pattesi. Da questa collaborazione potrebbe nuovamente prendere vita una stagione teatrale invernale di richiamo per tutto il territorio. Dopo l’invito rivolto alla Giunta Comunale, Il Forum ha incontrato l’amministrazione per discutere la proposta e la possibilità della nomina di Massimo Piparo, già direttore artistico del cartellone Tindari Estate. Ciò potrebbe favorire un’opportuna organicità dell’offerta artistica nei suoi due momenti, invernale ed estivo.
In questa occasione, è stato concordato un incontro a tre amministrazione – Piparo – Forum, che è stato fissato per il 15 settembre.
Il Forum ha ritenuto opportuno ribadire, in questa sede, alcuni dei punti principali della proposta con l’unico scopo di fare chiarezza nell’interesse preminente dei cittadini e della crescita culturale, civile e sociale della nostra città.
Ribadiamo la disponibilità al dialogo, a critiche e miglioramenti in merito alla proposta, da qualunque parte essi provengano.
Infine, chiunque volesse prendere visione della proposta può mettersi in contatto con una delle associazioni o compagnie teatrali che fanno parte del Forum.


Il Forum delle Associazioni

---------------------------------------------------------

La Redazione

venerdì 27 agosto 2010

Ospedale Barone Romeo: Lettera aperta del Gruppo Progetto Patti

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del Gruppo "Progetto Patti", in merito ad alcuni disservizi dell'Ospedale Barone Romeo.



LETTERA APERTA

A S.E. il Prefetto di Messina(Sede)

All’Assessore Regionale alla Sanità(Sede)

Al sig. Sindaco del Comune di Patti(Sede)


L’estate 2010 volge al termine, i lavori di adeguamento della pista di elisoccorso realizzata presso l’Ospedale Barone Romeo di Patti sono stati completati da molto tempo, ma come sempre, la burocrazia riesce a dilatare i tempi di consegna dell’opera in danno alla cittadinanza ed all’intero distretto sanitario.
Poiché trattasi di un servizio essenziale di pronto intervento, atto a salvare vite umane, ci si chiede come sia possibile che il servizio non sia ancora stato attivato a causa, a quanto pare, della mancata effettuazione del collaudo dell’opera da parte dell’ENAC.
Tra l’altro, l’attivazione del servizio notturno dell’elisoccorso, renderebbe perfettamente operativi anche altri servizi essenziali legati ai reparti di cardiologia, chirurgia ed emodinamica etc. etc..
Inoltre, risulta ai sottoscritti, che anche in relazione al servizio di Pronto Soccorso del medesimo presidio ospedaliero, si siano verificate ulteriori ed inspiegabili disfunzioni.
Infatti, il reparto di P.S. è stato oggetto di lavori di ammodernamento ed ampliamento, che hanno reso più funzionale lo stesso dotandolo, pure, dei necessari posti letto di ospedalizzazione breve.
Ma nonostante i lavori siano stati da tempo completati, la nuova struttura non è stata riaperta perché, pare, manca parte del necessario arredo.
Attesa la gravità dei fatti e la necessità di una celere soluzione positiva delle vicende, si chiede che il Prefetto, il Sindaco di Patti e l’Assessore Regionale, si attivino per quanto di competenza, al fine di sollecitare gli Enti preposti, nel primo caso, ad effettuare nel più breve tempo possibile il predetto collaudo e permettere l’attivazione del servizio notturno di elisoccorso, nonché, in relazione alla seconda vicenda, la riapertura del Pronto Soccorso nei locali preposti ed idonei, oggetto dei lavori di ammodernamento già effettuati, dotandoli della necessaria attrezzatura ed arredo.

Patti, lì 24/08/2010


Il Consigliere Comunale di Patti
Nicola Molica

Il responsabile del gruppo “Progetto Patti”
Renato Di Blasi


Redazione.

giovedì 12 agosto 2010

Se Patti potesse cambiare.

Se Patti potesse cambiare, innanzitutto, dovrebbe divenire una città di gente rispettosa. Soprattutto per l'intelligenza altrui.
E una città di gente libera.
Se Patti potesse cambiare dovrebbe fregarsene di essere l'unica città con gente che ha deciso di cambiare. Davvero.
Dovrebbe non aver paura.

Una riflessione semplicissima per riprendere confidenza con tutti quei lettori che in questi mesi di buio di "Patti Libera Blog" si saranno domandati il perché non ci fosse improvvisamente più niente da dire. Forse si sono anche un po' dispiaciuti...che non avessimo nulla da dire.
In realtà di cose da dire ce ne sarebbero state parecchie: il nostro problema (il problema di questo blog) è che è gestito grossomodo da due o tre persone, incluso il sottoscritto.
Queste persone da maggio si sono dedicate a tutte quelle cose pratiche che in fin dei conti fanno da una vita: organizzare eventi culturali e ricreativi. Mettiamoci in mezzo anche il lavoro, che d'estate occupa un po' tutti noi ragazzi squattrinati e forse, anti-borghesi (forse realmente pochi), ed il gioco è fatto.
Detto ciò come premessa, per scusarmi di questa assenza prolungata, ho colto solo stasera l'occasione per riprendere il mio racconto delle cose. E delle anime.
Ad esempio le anime di quei poveri cristi che invece, in questi mesi, non si sono fermati, e che hanno continuato le loro battaglie. Beati loro.
Inutile dire che voglio ancora parlare del cine-teatro, anche perché devo qualcosa alla caparbietà e alla tenacia di Michelangelo Zanghì che, si dica quel che si vuole, ha fatto emergere il vero volto della politica pattese. Devo tanto a lui. Dobbiamo tanto a lui.
Di mio, ho già detto di quanto sia contrario ai protagonismi, alle battaglie che nascono nei fatti contingenti e agli stereotipi. Però il pericolo di vedere queste cose che disprezzo mi pare non ci sia stato e non ci sarà. E poi...chi denuncia qualcosa diventa sempre, vuoi o non vuoi, il protagonista di una storia. Purtroppo è una brutta storia.
Martedì (due giorni fa) doveva tenersi una seduta del Consiglio Comunale (già rinviato il lunedì, per mancato raggiungimento del numero legale) nella quale si doveva discutere, tra l'altro, del nuovo bando per l'affidamento del cine-teatro comunale. Ebbene anche stavolta un rinvio. Gravissimo.
All'appello non si è presentato nessun consigliere di maggioranza, escluso Nino Gigante, che però sappiamo non essere molto contiguo alla banda Gullo-Venuto. Mancavano, altresì, il Presidente del Consiglio, Pietro Scardino e il Segretario comunale, dott. Ribaudo. Il vice sindaco, Cisco Gullo, da par suo, ha fatto pervenire una lettera alla Presidenza, letta dal presidente di turno, Mauro Aquino, nella quale si informava il Civico Consesso di gravosi impegni di lavoro che avrebbero impedito la propria presenza in seduta consiliare fino al 5 settembre. Purtroppo per lui il vizietto di starsene a zonzo per la città - a fare politica 365 giorni l'anno come molta gente dice tessendone le lodi o prendendolo a modello come uomo molto astuto - lo ha esposto alla rabbia di alcuni cittadini. Che ovviamente si sentono presi per i fondelli e che ovviamente cominciano a pensare a Patti come un paese un po' mafioso. Non so se è così: di certo Patti è governata da gente irrispettosa per l'etica della politica, per la democrazia, per i cittadini.
Ora, siccome a settembre diviene necessario presentare il nuovo bando di gara per l'affidamento del cine-teatro, in quanto, come ha già scritto Michelangelo Zanghì, proprio in quel mese dovrebbe ricominciare la stagione cinematografica e teatrale, l'assenza dei consiglieri comunali di maggioranza può voler dire solo che c'è un interesse specifico nel non trattare, oggi, questa delicata questione. Perché ovviamente non osiamo nemmeno immaginare che le assenze siano dovute al menefreghismo. In quest'ultimo caso, la cosa mi preoccupa doppiamente: non solo non si è ancora riusciti a trovare una soluzione e nemmeno a pensarla, ma, soprattutto, non gliene frega nulla a nessuno.
Non credo, in effetti, che sia così. Credo solo che non ci sia la volontà di non toccare certi tasti dolenti.
Ad ogni modo, anche se uno dei due casi è più grave dell'altro, ce n'è abbastanza per rendersi conto che non abbiamo dei consiglieri comunali normali. Ma badate non sono solo quelli di maggioranza ad essere così indegni, bensì quasi l'interezza del Consiglio. Questo lo dico per scansare l'idea che a Patti ci sia una qualche politica condotta decentemente, e per ricordare l'opportunismo di può vivere una opposizione.
Ad ogni modo non è questo che c'importa adesso.
Ci importa capire che ci stanno lasciando ad un triste destino: a settembre ci troveremo davanti ad un bando di gara preparato nuovamente in fretta e furia, oppure di fronte alla necessità di costruire un percorso nuovo, però con gravissimo ritardo. Bene che vada, quest'ultima ipotesi ci porterà a far cominciare la stagione a novembre.
Il ritardo nel predisporre il nuovo bando e la necessità di non tardare troppo - istanze che devono incontrasi - gioca inevitabilmente a favore del "pluriprorogato" Musarra, il quale, tra le altre cose, sarebbe l'unico a poter ricominciare subito. Ma questa è certamente una banalità (?).
Bene, dovrebbero semplicemente spiegarci perché si assentano e perché rinviano la discussione al mese prossimo. Se non lo faranno, si prendano anche gli insulti di chi, giustamente, vorrebbe vivere in un paese civile.
Eppure, in questi mesi, anche il sottoscritto ha lavorato, seppur poco, ad una possibile soluzione per il nuovo affidamento del cine-teatro. Sto parlando della proposta del cosiddetto "Forum delle associazioni" che da giugno si riunisce per discutere nuove opportunità e modalità di gestione della struttura pubblica in oggetto e della stagione teatrale, che, nello specifico, rimarrebbe di controllo pubblico sotto la responsabilità dell'amministrazione comunale. Ma la proposta non è ancora stata attenzionata da chi di dovere...ed anche in questo caso si sono verificati dei ritardi.
Siccome lo spirito che ci ha mossi - parlo in veste di componete di qualche associazione pattese - è stato quello di costruire e non solo di distruggere (che probabilmente, secondo il mio modestissimo parere, si deve continuare a fare), è nell'interesse di tutti che chiedo di cominciare almeno a parlare della questione partendo da quella umile bozza che il Forum ha prparato.
E' atteso per questi giorni l'incontro con il direttore artistico della stagione di "Arte a Tindari", Massimo Piparo, il quale dovrebbe dare un suo parere sulla proposta. Ma al momento sembra essere tutto troppo vago.

Concludo invitadovi a continuare a leggere questo blog, se vi va. Tra qualche giorno, settimana, faremo una serie di altri discorsi...ad esempio sull'estate che sta per scivolare via.
Mi sia concesso solo di ricordare una frase che usano dire alcuni miei amici: "bisognerebbe votare ogni anno".

Ecco, teniamolo a mente...sapendo, per altro, che alle volte non basta spendere dei soldi e mettere in campo spettacoli di qualità - a qualche mese dalle elezioni amministrative - per fare bene alla propria città. Come qualcuno avrà notato.
Siccome a tutto ciò ci sarà un motivo, ci aggiorniamo a prestissimo per scoprirlo. :-)


Se Patti potesse cambiare...sarebbe dura abituarsi alla libertà, educarsi all'amore per il prossimo e per la bellezza. Sarebbe difficile costruire.
Ma sarebbe bellissimo un sorriso sincero, una sedia per riposare dopo una lunga giornata di sole...di duro lavoro. Sarebbe bello sentirsi vivi e sentire la stanchezza...odorare di libertà.
Mai più un voto venduto. Mai più la fiducia ai parenti vicini e lontani. Mai più il disinteresse.

Patti può cambiare.

lunedì 26 luglio 2010

CONVEGNO SUL TEMA DELLE CONTAMINAZIONI CULTURALI A PATTI

CONVEGNO DELL'ASS. NOVEMAGGIO - DOMANI ORE 17.30 VILLA COMUNALE UMBERTO I



"L'IMPORTANZA DELLE CONTAMINAZIONI CULTURALI NELLA FORMAZIONE DELL'IDENTITA'
NEBROIDEA"


Nei giorni del progetto “Blue Notes nel Borgo”, l’Associazione “NoveMaggio”
organizza un importante convegno che ruota intorno al tema de l’importanza
delle contaminazioni culturali nella formazione dell’identità pattese e
nebroidea, in linea con la tematica principale del festival e gli obiettivi che
lo stesso intende perseguire.

Com’è noto, storicamente le nostre comunità sono state vittime di innumerevoli
dominazioni e, nonostante i soprusi, le vessazioni, i saccheggi che tutti
questi popoli hanno compiuto sui nostri territori, è innegabile che ognuno di
loro abbia contribuito, nelle più disparate maniere, ad aggiungere uno o più
tasselli a quel formidabile, contraddittorio, peculiare mosaico che costituisce
il Dna della nostra gente.
Obiettivo del convegno è proprio quello di riportare alla luce, attraverso un
excursus storico, tutti quei positivi debiti contratti nei confronti di quelle
popolazioni straniere che nel corso dei secoli hanno dominato le nostre terre,
con l’intento di riscoprire e promuovere il valore del meticciato, l’importanza
delle contaminazioni socioculturali, la bellezza e il fascino dello scambio e
della diversità delle razze che popolano il nostro pianeta.

Ma l’obiettivo ancor più ambizioso è quello di riuscire a mettere in relazione
questa trama storica con una delle tematiche sociali più dibattute dall’
opinione pubblica mondiale in questi ultimi anni: il problema dell’immigrazione
clandestina.

Le immagini di migliaia di profughi abbandonati alla deriva sui tristemente
famosi “barconi della morte” hanno fatto il giro del mondo e provocato lo
sdegno di tutti; i più fortunati tra loro, quelli che in sostanza sopravvivono
a queste disumane traversate, sono spesso gli stessi che giornalmente sostano
nelle nostre piazze in attesa che qualcuno gli offra uno straccio di lavoro mal
retribuito e senza alcuna garanzia, gli stessi che frequentano le nostre
parrocchie e in cui ci battezzano i loro figli, gli stessi che oggi affollano i
nostri centri storici divenuti quasi dei ghetti in cui relegare l’emarginato e
il diverso.

L’intento del convegno vuol essere, dunque, anche quello di aprire dei momenti
di riflessione che portino a considerare l’extracomunitario non come un
problema di fronte a cui chiudere gli occhi ma un valore aggiunto per la nostra
comunità, così come nei secoli passati lo sono stati tanti altri popoli con cui
la nostra civiltà è venuta in contatto.

La tematica della contaminazione culturale ritorna anche nelle iniziative
artistiche, d’inchiesta e nella gastronomia. Sono previsti infatti: un percorso
fotografico sul tema dell’immigrazione, un percorso di gastronomia etnica e la
realizzazione di un mini-documentario che racconti l’immigrazione a Patti.



interverranno:


- Alessandro Albana, membro del direttivo dell'Associazione "NoveMaggio"
Introduzione sulle sfide della contaminazione culturale per le entità
nazionali e sovranazionali


- Prof. Salvatore Bottari, docente di Storia moderna presso l'Università degli
Studi di Messina
Migrazione e lavoro sui nebrodi tra medioevo ed età moderna.


- Tindaro Gatani, storico, giornalista e scrittore emigrato in Svizzera
Xenofobia, razzismo, criminalità e immigrazione.

lunedì 5 luglio 2010

Legambiente interviene con forza sulla tariffa di igiene ambientale e non solo.

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Legambiente di Patti, in merito alla votazione, da parte del Consiglio Comunale, del regolamento ATO per la tariffa TIA (Tariffa Igiene Ambientale).


COMUNICATO STAMPA:

''Il 28 Giugno 2010 si è svolto il consiglio comunale di Patti, durante il quale, tra gli altri punti all’ordine del giorno, è stato approvato il regolamento sull’introduzione delle tariffe TIA della gestione rifiuti, con relativo piano dei costi e regolamento, e quindi legittimando in questo modo l’operato dell’ATO Me2.

Al di là della parte legale, legata alla querelle esistente tra Associazione Consumatori ed ATO, e che ha visto il Municipio di Patti schierato costantemente dalla parte di quest’ultimo (non sappiamo bene con che costrutto vista l’incapacità dell’ATO ME2 di avere una conduzione economica e manageriale soddisfacente), ancora una volta dobbiamo notare come il consiglio comunale non abbia affrontato il merito della questione: garantire una gestione del ciclo rifiuti ottimale.

Quello che chiediamo all’amministrazione, infatti, è di dichiarare apertamente se considera il modello di gestione rifiuti portato avanti dall’ATO Me 2 un buon servizio di nettezza urbana erogato a costi ragionevoli.

Perché questo è il fondamento ultimo della legge Ronchi, ovvero ottimizzare il servizio riducendo i costi; e né l’amministrazione pattese né i manager dell’ATO ME2 sanno e vogliono porlo come nodo vero da affrontare e risolvere.

Nodo non particolarmente complicato peraltro se si parte dal principio che un servizio nasce e si giustifica soprattutto perché serve ai cittadini che ne pagano il costo, e quindi non è pensabile procrastinare continuamente i problemi gestionali e strutturali che determinano la situazione deficitaria dell’ATO2 in nome dell’emergenza finanziaria. Persino il governatore della Sicilia nel suo ruolo di commissario straordinario ai rifiuti dice di essere determinato nel portare avanti una politica impostata sul riciclaggio dei rifiuti e non è d’accordo con i piani preparati dalla precedente amministrazione regionale, ovvero la creazione di 4 inceneritori per una capacità pari al 105% della produzione attuale di rifiuti. A questo proposito vorremmo chiarire che ciò comporterebbe addirittura l’azzeramento della già misera quota di raccolta differenziata e non terrebbe neppure conto delle tendenze demografiche in atto.

Quindi chiediamo innanzitutto che si risolvano le questioni strutturali e solo in seguito si risani la partita finanziaria, dato che in caso contrario si creerebbe una voragine senza fondo, come difatti sta avvenendo.

Saper impostare e saper affrontare i problemi di un servizio così essenziale significa diminuirne i costi e ciò comporterebbe un aumento del reddito e una migliore qualità della vita. Gestire “per emergenze” (contribuendo a crearle) è il metodo per scaricare i costi sui cittadini e peggiorare l’ambiente.

Appare chiaro come ai consiglieri di maggioranza ed all’amministrazione sfugga questo nesso, e così facendo ambedue si rendono complici di un sistema affaristico clientelare (se non mafioso) che noi rifiutiamo in quanto causa profonda dei mali che affliggono la Sicilia.

Per questo motivo siamo solidali con l’Associazione Consumatori nella sua lotta in difesa dei cittadini e con quei consiglieri che hanno tentato invano di contrastare la politica di subordinazione dell’amministrazione alla conduzione fallimentare dell’ATO Me2.

E’ evidente, inoltre, che questo è solo l’ultimo di una serie di atti che l’amministrazione porta avanti dal suo insediamento perseguendo un’ottica di peggioramento generale e costante della situazione economica, reddituale ed ambientale del territorio, di cui un macroscopico esempio è l’estesa cementificazione. Una delle peggiori della provincia che, anche se non ce ne rendiamo conto, creerà, nel medio-lungo periodo, da un lato una diminuzione del valore del patrimonio immobiliare e dall’altro un incremento dei costi di gestione sia pubblici che privati con le conseguenze sui redditi che possiamo immaginare.

Per tentare di rimediare a tutto questo Legambiente di Patti si rende disponibile a partecipare ad un percorso che porti alla definizione di un programma di governo ed alla definizione di una squadra di esperti in grado di scardinare l’attuale incancrenita situazione e capace di definire un nuovo percorso partecipato di governo della città.''

Legambiente Circolo dei Nebrodi, sezione di Patti