Quando si parla di centro storico, viene da pensare ad antiche piazze, palazzi secolari, chiese maestose e quant'altro. Il tutto protetto e salvaguardato, come un prezioso gioiello da custodire e ammirare.
A Patti, invece, si vaga tra le macerie.
Si è detto tanto in merito, da chiunque. Ma in questo momento non ho voglia di soffermarmi a scrivere di responsabilità individuali, cattiva amministrazione, inciviltà collettiva.
Vorrei solo far notare quello che stiamo perdendo, e non si tratta soltanto dei resti della Porta San Michele, dell'antica cinta muraria o della fontana Napoli. C'è molto di più.
La nostra storia, le nostre radici, scorrono attraverso quei vicoli, tra ruderi e erbacce. Il nostro passato è lì, sopito tra abbandono e degrado. E un popolo che dimentica il proprio passato, è un popolo senza futuro.
E' quindi questo il destino che attende l'antico cuore pulsante della nostra città? Di diventare sempre più un ghetto di periferia, tra palazzi che crollano e strade invase dalla vegetazione?
Vorrei tanto rispondere negativamente alla domanda, ma fino a quando si continuerà a ragionare sull'immediato, ci si limiterà a tappare qualche falla, e non si prenderà coscienza della reale importanza che quei luoghi costituiscono per l'intera collettività, ciò che si profila all'orizzonte mi porta a richiedere notevoli sforzi alla mia speranza.
Giuseppe Calabrò
La risposta la trovi nel commento che ho fatto all'interno della convocazione del consiglio comunale.
RispondiEliminaSalvo Patti
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