mercoledì 19 gennaio 2011

Sfoghi: liceo scientifico, se permettete. E di altre cose...

Ieri mattina abbiamo saputo che nessuna delle due proposte presentatesi alla gara per il liceo scienfico di Patti (una delle tante, l'ultima) non sono state ritenute accettabili. Mentre si attende la valutazione finale, già sappiamo che anche stavolta non si andrà da nessuna parte. Ora, per quanto tutti siano indignati ed increduli - assemblee di genitori, aspiranti politici che guidano improvvise rivolte pubbliche fatte in precendenza solo dagli studenti, e studenti che come sempre si trovano nella bolgia della politica rischiando di essere strumetalizzati e alla fine senza ottenere nessun risultato, e magari anche nani e ballerine - noi (io e un gruppo ben definito di persone che la politica la intendono in un modo complesso e complessivo, profondo, che va a toccare ogni corda dell'agire umano) capivamo già da tempo che sarebbe andata così. E non siamo per nulla indignati per l'esito del bando. Chi come noi lo aveva letto, infatti, sa bene che i margini per l'accettazione di proposte che non prevedessero l'esistenza di una struttura già esistente erano quasi nulli. Il fatto che si siano presentate due proposte, entrambe consapevoli della loro inadeguatezza di fondo, è indice di qualcosa che non va.
Caldeggiata da una parte di opinione pubblica pattese per la sua qualità (ma non dal sottoscritto e dal suo gruppo perché la questione è ritenuta un fatto tecnico che esclude la nostra competenza nella scelta e perchè da tempo sosteniamo una proposta diversa in merito alle caratteristiche tecniche della struttura), la proposta della ditta Caleca-Cangemi sembra essere stata presentata in buona fede (visto che è da tempo in via di definizione), mentre la proposta della ditta Bruno potrebbe apparire strumentale a qualcosa che non sappiamo. Certo è una ipotesi, ma viene da pensare: se leggendo il bando si realizza con certezza che la Provincia vuole reperire una struttura già esistente - e lo si legge con chiarezza - forse la proposta, pur non avendo i requisiti, si presenta ugualmente perché la ditta recepisce il suggerimento di qualcuno, con obiettivi che potrebbero essere svariati e anche mutevoli. Ma andiamo avanti.
Alla Provincia, in effetti, conoscono da un anno l'offerta di Caleca-Cangemi, cioé da molto prima della presentazione di questo ultimo bando, quindi alla prima opportunità - era logicissimo aspettarselo - il progetto sarebbe stato presentato. Pur sapendo di questa proposta, l'amministrazione Ricevuto produce l'ennesimo bando per reperire una struttura esistente (che a Patti non c'è da nessuna parte). E lo fa mostrando pubblicamente la propria fiducia e una certa sicurezza. Perché? Potrebbe darsi che l'interpretazione del bando (di questo problema si parla oggi sui giornali) sarebbe potuta essere diversa se si fosse presentata solo una offerta specifica?
Ad ogni modo è possibile credere che nel momento in cui si decise di promuovere il nuovo bando l'amministrazione provinciale avesse già fatto una "ricognizione" di mercato, o qualcosa del genere - in via privata o confidenziale - e avesse già in mano la disponibilità di un privato.
Ho già scritto di come l'amministrazione Leonardi (predecessore di Ricevuto) avesse fatto fallire due bandi nella formula del progetto di finanza per la realizzazione di una struttura vecchia ed inadeguata (il progetto del Liceo a Case nuove russo con 10 aule, proprio sul terreno dove ora la ditta Bruno vorrebbe costruire). Una esperienza che poteva voler dire due cose: l'incompetenza e la gravissima incapacità politica di quella amministrazione di centro destra (schieramento e gruppi d'interesse che continuano a vincere puntualmente, senza mai avere conseguenze per la loro amministrazione pessima) oppure l'aver deciso di adottare uno stratagemma per prendere tempo e calmare le acque. Oggi non ci troviamo di fronte ad una situazione del genere perchè le pressioni della società civile (e incivile) sono state, nei mesi scorsi, troppo forti e ben diverse da quelle in atto nel 2006. Questo fa dedurre che dopo tanto vagare l'amministrazione fosse finalmente pervenuta ad una soluzione nel momento in cui decise di presentare il bando. Se così fosse, perché è finita male?
Bene, il teorema sotteso alle ipotesi sopra citate, se, e non appena, verrà sconfessato, lascierà il posto ad un'unica altra ipotesi e conclusione: "questi qua" (Ricevuto e compagnia) non capiscono un accidenti. Rappresentano una squadra di incompetenti di fatto.
Infatti redigere un bando al quale si sa già che nessuno si presenterà (per l'ennesima volta) è una vergogna inaccettabile.
Non so quale tra le ipotesi sia la peggiore, so solo che quando, spesso, vi cerchiamo di parlare di come l'amministrazione provinciale, quella regionale, quelle cittadine siano figlie di un male diffuso della società, in quanto espressioni di una rinuncia dello stutus di cittadino da parte di un'ampia fetta della popolazione per la quale il voto è semplicemente un atto interno alla mentalità baronale e assistenziale diffusa, e quando vi diciamo che la politica in Sicilia non cambia mai davvero, affetta com'è da gattopardismo, vogliamo proprio mettervi di fronte ai frutti di questa realtà che da anni cerchiamo di allontanare non riuscendo perchè, in fondo, sembra stare bene a tutti. Anche a quelli che poi si lamentano delle carenze della realtà sociale - il liceo scientifico in questo caso, ma anche la sanità, i rifiuti, l'acqua etc.
Si, in fondo si concede il proprio voto per una qualsiasi convenienza, foss'anche sentimentale (ma è la componente minoritaria), e sul momento tutto va bene. Dunque non si riescono a decifrare mai gli effetti del nostro comportamento elettorale. Le nostre città, le nostre provincie, la nostra regione, la nostra nazione, sono organizzate direttamente da noi. E' per me più che mai chiaro che la delega che noi diamo attraverso il voto ai rappresentanti, non ci esime dalla responsabilità dell'organizzazione sociale, amministrativa. Ergo, da oggi in poi, e per quanto mi riguarda, dovrebbero perdere il diritto a lamentarsi (la metto proprio in termini giurisprudenziali) coloro i quali non la smetterano di votare senza alcuna consapevolezza. Cioè coloro i quali con il loro comportamento elettorale ma anche con la loro manifesta o latente adesione alla corruzione morale che si verifica in situazioni di diritto privato quali speculazioni, abusivismo, violenze economiche, irresponsabilità ambientali, violazioni convenienti delle leggi e della Costituzione, sono i responsabili silenziosi dei mali che affriggono la nostra società. A questa gente che non ha intenzione di ribellarsi voglio dire chiaramente che verrà il tempo in cui una maggioranza, ancora più silenziosa, sarà capace di sovvertire l'ordine sociale e di ricostruire un mondo anche per loro. I tempi stanno maturando.
Però adesso è l'ora di capire che Ricevuto e tutta la classe politica odierna (anche larghissima parte di quelli che fanno gli oppositori, ma oppositori sostanzialmente non sono), in netta continuità con i loro predecessori, del medesimo colore politico e appartenenti alla stessa scuola di traditori dell'etica e della morale pubblica, si qualifica come un gruppo delinquenziale e irresponsabile paragonabile alle peggiori organizzazioni criminali. Non è questo un attacco ad un gruppo di persone specifiche, ma ad un sistema che al suo interno e nelle sue alchimie annovera anche i suddetti.
Cambiare davvero implica l'applicare su se stessi e all'esterno la volontà di costituire diversità. E ricercare chi sta intraprendendo lo stesso percorso per alimentare questa azione.
Cambiare davvero implica la rinuncia a privilegi che hanno segnato la stagnazione del diritto posivo.
Cambiare davvero significa interrompere un cammino nettamente... e non sostituire le scarpe o il mezzo di locomozione.
Per questi motivi siamo contrari ad ogni scenario di unità dei politici, e dei gruppi d'interesse locale, al fine della risoluzione dei problemi, che si parli del liceo scientifico o che si parli dell'amministrazione di una città. Chi è stato nell'agone della politica dalla parte dei responsabili o colluso con essi, ed è poi divenuto, per motivi di opportunità, un oppositore... non ci piace. Non ci piace nemmeno chi fa l'opposizione basandosi solo sull'impossibilità di non essere al potere, dimenticando di essere figlio di un potere più forte che determina un male molto più grandedi quello a cui ci si oppone. Non ci piacciono coloro i quali, imporvvisamente, a ridosso delle elezioni amministrative, s'intestano le battaglie diventando paladini di problemi che prima non conoscevano nemmeno (come sta succedendo per il liceo scientifico). E poi non ci piacciono la massoneria, i costruttori, i buoni propositi, l'aver acconsentito a che la mafia si trovasse all'interno della politica. E non ci piace chi ha faccia del buono, essendo invece, insieme il brutto e il cattivo.
Scusate.

Domani ci sarà la protesta di genitori, studenti ed insegnati al Palazzo della Provincia, così si è deciso nell'Assemblea di oggi al liceo scientifico. Ma io non ci andrò: noi ci meritiamo questo. Noi siamo gli artefici dei nostri mali: anche i genitori che oggi fanno i leader dei movimenti.
Siamo tutti mafiosi.

Sebastian Recupero

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