lunedì 20 dicembre 2010

Dopo l'intervista: nota della redazione.

Stamattina, intorno alle ore 9, ho ricevuto la chiamata di Franco Mazzone, che, anche se di striscio e in modo del tutto minoritario - così appare -, è stato coinvolto nella polemica del Cine-Teatro comunale da Franco Zanghì, nell'intervista rilasciatami non più di 48 ore fa.
Durante la telefonata il sopracitato Mazzone ha negato con serenità di essere coinvolto in tutta questa storia, spiegando per altro di non fare l'agente pubblicitario. In fine ha mostrato tutto il suo rammarco per esser stato chiamato in causa proprio lui che ha sempre mantenuto uno stile di vita sobrio e onesto.

Personalmente, sono dispiaciuto ogni volta che si toccano le corde sentimentali e morali della nostra esistenza; tuttavia questo mio hobby e mia passione di riportare umilmente le notizie e andare alla ricerca di ogni aspetto e di ogni fatto... mi impone una certa rigidità.
Quello che posso fare - e che sempre faccio - è pubblicare una seria e tranquilla smentita, della quale, nel caso in oggetto, rimango in attesa.


Sebastian Recupero

domenica 19 dicembre 2010

Caso Cine-teatro comunale: intervista a Franco Zanghì

A circa 8 mesi dall'inizio di questa storia, pubblichiamo una lunga intervista a Franco Zanghì, tra i promotori e i responsabili di quel "movimento per la legalità e la trasparenza" che nasce dai fatti legati alla gestione del cine-teatro comunale di Patti e si spinge fino a toccare altri problemi della nostra città e non solo. Lo stesso Zanghì, in questi giorni, ha denunciato dalle pagine di facebook quella che lui etichetta come una ritorsione nei suoi confronti. Infatti, potrebbe essere dovuta alle sue azioni di protesta, di contestazione e di denuncia delle pratiche dei poteri locali, la lettera a firma del Sindaco, Pippo Venuto, che impone la rimozione del maxi schermo di via Trieste, di proprietà del Zanghì.

Innanzitutto, perché quello schermo è stato installato proprio lì, attaccato al cine-teatro? La cosa appare emblematica.

In tutte le grandi città questo tipo di comunicazione viene fatta perlopiù in zone a forte flusso pedonale e automobilistico. Posso darti indicazioni di installazioni a Vienna, Parigi, Roma, Milano e qualsiasi altra città del mondo; solo per citarne una in particolare basta ricordare il Piccadilly Circus di Londra e non credo che il Comandante della Polizia Municipale Londinese sia meno informato della dottoressa Mazzone.

Gli unici posti a Patti dove transitano pedoni e macchine sono Piazza Marconi e Piazza Mario Sciacca. Ho chiesto licenze per entrambi i posti e ho le relative autorizzazione, ma potendo investire su un solo tabellone perché a Patti, come si sa non, c’è un’economia sufficiente a giustificare questo tipo di investimento. Tuttavia con enormi sacrifici e con la passione che mi ha spinto a non pensare alla parte economica –come dicevo- sono riuscito a metterne uno –non dimentichiamo che uno schermo di quelle dimensioni costa quanto una casa-. Quindi in accordo con i primi inserzionisti abbiamo scelto Piazza Mario Sciacca perché secondo una nostra modesta valutazione c'era un maggior flusso di pubblico.

Per sostituire il primo schermo di via Trieste con quello più grande, che tipo di autorizzazione ricevette e da chi?

Sia per il primo che per il secondo impianto ho chiesto le autorizzazione al sindaco Venuto e mi sono state rilasciate nel giro di qualche mese dal sindaco Venuto (allego le licenze).

Qualche malizioso dice che tutta la polemica sul cine-teatro non sarebbe nata se non avesse avuto qualche diverbio con il gestore, Franco Musarra. Avete avuto degli screzi, una lite? Se si, in merito a cosa, allo schermo?

Franco Musarra non ha mai nascosto di essere contrario a quello schermo perché –come lui stesso mi disse più volte- era una sua idea e voleva metterlo lui già prima di me e di questo ne aveva già parlato col suo agente pubblicitario [qui l'uso del termine "agente" non ha qualificazione professionale - e non potrebbe averla perché non è agente di professione - ma si riferisce ad una probabile consulenza, in quanto questa persona è un conoscitore del settore pubblicitario. ndR] Franco Mazzone (fratello del comandante dei vigili che oggi manda al sindaco una nota dicendo che il tabellone è fuori regola –Sic!-). Non ho mai avuto alcuna lite con Musarra anche se devo ammettere che diverse volte mi ha fatto saltare i nervi perché con battute un po’ troppo provocatorie e con atteggiamento “palermitanesco”mi chiedeva quando avrei tolto lo schermo.

Molti mesi dopo l'ultimo contatto con Musarra, più o meno cordiale, mentre mi trovavo in Kosovo per un documentario, venni a sapere da mio figlio che il gestore del comunale aveva chiesto un pizzo di 800 euro per far svolgere uno spettacolo teatrale patrocinato dal comune e quindi rientrante tra le 40 serate gratuite che il comune si riservava con la convenzione del 2003. Fu mio figlio ad avviare una campagna stampa per far chiarezza sulla gestione dell’importante struttura pubblica. In pochi giorni saltò fuori che tutte le compagnie locali che si erano esibite col patrocinio del comune avevano pagato un pizzo al gestore sotto forma di rimborso spese. A questo punto –io intanto ero rientrato- abbiamo voluto vederci chiaro e abbiamo richiesto le carte al comune. Carte che ci sono state consegnate solo in minima parte e con enorme ritardo in base a quanto previsto dalla legge (anche questo dimostra l’atteggiamento simil-mafioso con cui viene trattato il cittadino che vuole ficcare il naso nei conti pubblici.

Poi per fortuna la magistratura venne a sapere della vicenda e fu avviata un’indagine approfondita.

Ci saranno ancora sviluppi legali sulla vicenda del cine teatro? A che punto siamo arrivati? Cosa succederà?

Questa è una domanda che dovresti fare al giudice. So per certo che c’è un’inchiesta in corso.
Io stesso sono stato sentito come persona informata sui fatti e mi è stato chiesto di mantenere il più assoluto riserbo sull’oggetto dell’incontro con gli inquirenti. Quindi oltre a dire che c’è sicuramente un fascicolo sul tavolo del giudice non sono in condizione di dirti altro.

E poi…dietro la gestione del cine-teatro, secondo la sua opinione, potrebbero configurarsi più reati penali o demeriti e disattenzioni della politica nella compilazione del vecchio bando e nella valutazione sulla condotta del gestore?


Il vecchio bando basta leggerlo per capire che è stato fatto da persone estremamente incompetenti, ma non credo che nella redazione del bando si sia voluto favorire qualcuno. Quello che sappiamo è che Musarra ha gestito il Cine Teatro Comunale per quasi dieci anni, con vari rinnovi del bando e proroghe più o meno regolari, e in tutto questo tempo il comune ha incassato 8.500,00 euro a fronte di una previsione di circa trecentomila euro. La cosa strana è che, ammesso che la previsione degli incassi fosse stata fatta male all’origine perché priva di dati statistici su cui basarsi, non si capisce perché il comune non ha apportato modifiche alla scadenza del bando dopo i primi 36 mesi gestione come non solo la legge, ma anche buon senso vorrebbe. Voglio dire: io Comune di Patti prevedo di incassare mille- poi faccio i conti e mi accorgo di avere incassato Uno -e in più mi indebito con chi invece mi doveva far guadagnare dei soldi- deve venirmi il sospetto che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Allora mi chiedo: perché dal comune non è stato messo in atto nessun tipo di correttivo? A chi conveniva mantenere la situazione corrente oltre al gestore, visto che pur sostenendo che gli incassi erano bassi e giustificando delle spese che superavano di gran lunga i guadagni, continuava a gestire in perdita una struttura per quasi 10 anni?
Ma lasciamo stare la parte del danno economico nei confronti del nostro Comune, anche se non è cosa da poco, perché dobbiamo ricordare che quella struttura è stata pagata da noi cittadini con un mutuo per il quale ogni sei mesi paghiamo la rata; ancora oggi.
Parliamo del danno sociale. Le nostre associazioni locali non hanno potuto usufruire di una struttura pubblica costruita dai loro nonni e ristrutturata dai loro padri perché un certo Musarra –arrivato da Palermo, non si sa bene come- con la complicità di un assessore e di un vice sindaco hanno ritenuto che la cultura a Patti doveva essere usata come strumento per l’estorsione di consenso elettorale per la parte politica e di benefici economici per il gestore.
Capisco bene che quello che dico è grave e che rischio di trovarmi nella posizione di dover spiegare il senso delle mie affermazioni. Ma se ci sarà un processo su questi fatti voglio partecipare ad ogni costo, perché solo in quella sede potrò mostrare le carte in mio possesso che chiariranno una volta per tutte le commistioni tra politici e imprenditori a diversi livelli e per diverse altre cose, tanto che la questione del comunale sarà solo il punto di partenza, la punta dell’iceberg che nasconde una malapolitica ormai radicata in profondità. Dimostrerò che quando parlo di Mafiopoli so esattamente quello che dico.

Brevemente, perché i politici che amministrano la città ce l’hanno con lei?

Io non so se ce l’hanno con me, ma se tu dici così significa che hai informazioni che io non ho. Presumo tuttavia di non essere molto simpatico alla maggioranza dei politici. Forse perché dico le cose che penso e non ho nulla da temere (come vedi pago le conseguenze) io non ho mai chiesto favori e privilegi, non ho mai scambiato la mia libertà di parola con niente. Un popolare proverbio nostro dice che comandare è meglio di un’altra cosa che non dico ma che tutti capiscono, io aggiungo che nel mio caso poter “parlare” è anche meglio di “comandare”. Quindi immagina tu cosa ci vorrebbe per farmi chiudere la bocca. Quello che li fa arrabbiare di più è che non sono di nessuna parte politica e non ho padroni a cui possono rivolgersi. Dicono che sono una mina vagante, una scheggia impazzita, una cellula cancerogena. I politicanti risolvono sempre le questioni in qualche modo. Hai visto sicuramente “Il Padrino”, gli affari sono affari.
Io critico quello che c’è da criticare sia che appartenga alla destra, al centro o alla sinistra. Se mi permetti ti faccio un esempio: sai bene che sto criticando aspramente questa amministrazione, ma non ho mai tralasciato di criticare l’opposizione quando, secondo me, non è stata sufficientemente attenta alle malefatte dell’amministrazione. Proprio ieri ho criticato duramente il leader del Polo delle Libertà della nostra zona, On. Corona (che qui è opposizione), su una legge regionale portata avanti da lui con la quale vorrebbe far spostare le antenne della telefonia mobile fuori dai centri abitati, senza che abbia la minima competenza tecnica per valutare quello che succederebbe dopo. Tu pensa che già i telefonini non prendono adesso. Spostare le antenne lontano dai luoghi abitati (quindi dagli apparecchi telefonici) significherebbe aumentare a dismisura la potenza dei trasmettitori, sia come ripetitori che come telefonini stessi. I cellulari infatti regolano in automatico la potenza in uscita in base alla potenza del segnale ricevuto. Vale a dire che quando utilizziamo il telefono in una zona col segnale basso il nostro telefono aumenta di potenza e ci “frigge più in fretta la testa”. Al contrario dove c’è un buon segnale di ricezione il cellulare funziona a bassa potenza. Ora l’On. Corona dovrebbe informarsi meglio prima di lanciare leggi che magari poi per motivi legati ad altre porcherie politiche vengono approvate senza che nessuno ne abbia realmente coscienza. Allora cosa dovevo fare? Non criticare Corona perché rappresenta l’opposizione a questa amministrazione? Io non faccio politica come la intendono loro, io mi interesso della vita pubblica della mia comunità, del mio Paese, del mio continente, del mio pianeta e quando posso anche del mio sistema solare. Non posso non interessarmi di tutto ciò che ho attorno. Che vita sarebbe?

Quali altri soggetti, anche sotto un profilo generico, possono essere oggetto delle “attenzioni” di cui è stato oggetto lei?


Questa è una bella domanda e ho anche una bella risposta, ma non posso provarla perché la gente ha paura (ecco perché spesso parlo di mafia anche se non ci sono state –fino ad oggi attenzione!!! e solo perché il nostro, tutto sommato, è un paese di brava gente - azioni criminose di tipo violento, anche se qualche macchina a qualche politico di questa razza gli è stata bruciata).
Posso riferire voci che girano, voci di popolo, ma voci insistenti. E’ risaputo che ogni esercizio pubblico: bar, ristoranti, gelaterie, etc, etc, con sistemi messi in piedi ad arte da chi in questa città detiene il potere, vengono costantemente lasciati con un piede fuori dalle regole e fatti sopravvivere in semiclandestinità. Questa è una bella leva che costringere gli operatori economici a stare “muti” e tirare avanti. E’ una regola malavitosa, non è malapolitica. Quali sono le principali attività della delinquenza organizzata? Far pagare una pesante percentuale sui guadagni delle attività illegali. La mafia non gestisce il gioco d’azzardo; si fa pagare una mazzetta da chi lo gestisce (che magari e anche mafioso). La mafia non gestisce la prostituzione; si fa pagare una mazzetta dai magnaccia. E così via per diverse attività illegali. I rifiuti, gli appalti truccati, le comparanze con i politici etc. etc. Ora costringere un esercente ad operare in semiclandestinità solo perché il comune non si è mai preoccupato di rilasciargli un documento, lo espone al ricatto. Deve cercarsi un protettore e il protettore costa. Una volta chiedevano i voti, adesso si sono raffinati e non chiedono più voti, adesso chiedono che un familiare si canditi in una dello loro liste. A questi candidati hanno dato anche un nome: li chiamano le formiche. Le formiche –in una città con 10mila votanti- hanno una capacità di raccogliere una media di 15 voti a testa. Nel nostro caso le liste sono formate da 15/18, formiche, da un trombato e da un fedelissimo eletto, spesso figlio, nipote, fratello di un funzionario del comune (il braccio armato che ha i mezzi per realizzare l’azione del politico che mira a tenere sotto scacco una larga fascia della popolazione produttiva).
Ma non è solo teoria, mi giungono voci, e stavolta non solo di popolo, che vengono fatte delle multe e poi –per intercessione di un politico- vengono ridotte al minimo e in molti casi anche cancellate del tutto. E non sto parlando di divieti di sosta (che anche quelli vengono abbondantemente cancellate), ma di multe di diverse miglia di euro e con l’obbligo della chiusura dei locali.
Sicuramente non puoi ricordare perché eri troppo giovane, ma una decina d’anni fa, (12 per l’esattezza) quando a Patti, dopo la sfiducia al sindaco Olivo, ci fu il commissario straordinario, diversi locali furono chiusi per problemi igienici.

Non voglio dire che debbano essere chiusi i locali come avvenne ne’98 solo perché il bagno del personale non aveva i rivestimenti in ceramica ma in marmo. Non contesto nemmeno il fatto che venga tolta la multa (capisco che il gestore di quel dato locale è un padre di famiglia e deve pur vivere, e visto che la nostra economia è ridotta all’osso, pagare migliaia di euro di multa diventa veramente drammatico).

Ma è qui che dobbiamo stare attenti. Una parte politica del nostro mondo –con la complicità di alcune autorità deviate/compiacenti che diventano una sorta di braccio armato del potere politico- fa in modo che alla povera gente vengano creati più drammi possibili sperando che vadano poi da loro supinamente a chiedere aiuto. Ed è qui che loro intervengono sulle forze dell’ordine (amiche) .-legate in qualche modo a loro- per far togliere o aggiustare le multe. E’ inutile spiegare il debito di riconoscenza di cui resta vittima il povero esercente che si è risparmiato di vedersi chiuso il locale perché non perfettamente in regola. Chi invece non si sottomette paga la multa e cerca di sopravvivere che è quello che sto facendo io.

Avrà pensato, ogni tanto, che magari i vostri toni (quelli del vostro gruppo) sono stati eccessivi.
Ma, al di là dei toni, se dovesse parlare al cittadino pattese e siciliano, con grande semplicità, con poca enfasi ma grande sentimento, per mandargli un messaggio che prescinda dalle contingenze, dal caso “Cine-teatro”, cosa gli vorrebbe dire? E insomma, al di là dei fatti specifici di questi mesi, cosa possiamo, secondo lei, cambiare della nostra città?


Con questa domanda mi stai attribuendo capacità che sinceramente non ho. Questa domanda è degna di un primo ministro di un grande Paese. Sono lusingato dal fatto che venga fatta a me. Non voglio comunque deludere le tua aspettative e con estrema umiltà cercherò di spiegare il mio punto di vista.
Devo ammettere che è vero: usiamo toni molto discutibili; ma il tono è importante. Parlare sottovoce è educato ed è anche raffinato, ma non sempre riesce a sortire l’effetto desiderato. Bisogna saperlo fare e noi non sappiamo farlo. Dopotutto non siamo un’organizzazione diplomatica, siamo solo cittadini incazzati.

Il problema purtroppo non è solo isolato alla nostra città, abbiamo poco da poter dire e fare. Ormai le metastasi hanno invaso tutto il tessuto sociale. Ogni giorno vediamo quello che succede a livello nazionale e poi ne sentiamo parlare in piazza come se si stesse parlando di una partita di calcio. Io credo che negli ultimi anni stiamo dimostrando al mondo di non essere un popolo maturo per una vera democrazia. Di questo ne pagheremo le conseguenze perché c’è già chi è pronto ad approfittarne.

Ai cittadini dovrei dire qualcosa di originale, di innovativo, ma tutto è stato detto e tentato… le metastasi non sono curabili. Vorrei dire però che possono dare il loro voto liberamente a chi vogliono. Possono perfino accettare promesse per favoritismi personali e il cosiddetto voto di scambio, ma non possono farsi trattare da animali utili solo a essere munti ad ogni elezione. Ai politici vengono attribuiti poteri che non hanno, l’unico loro potere è farci credere che sono potenti. Non è così. I politici sono al servizio del cittadino e chi non si adegua deve essere scacciato dalla società. Dobbiamo iniziare dai bar, dalle piazze. Togliamo il saluto a quei politici che non soddisfano le nostre aspettative. Facciamogli sentire il nostro dissenso. Isoliamoli. Vengono eletti con un centinaio di voti, non è possibile che gli altri 12mila elettori facciano finta di non sapere. Isoliamoli socialmente. Boicottiamo le loro attività economiche. La maggio parte di loro sono professionisti mezzi falliti e mantengono i loro studi trasformandoli in segreterie politiche. Medici che non fanno i medici, avvocati che non fanno gli avvocati, sindacalisti che non fanno i sindacalisti, architetti che non fanno gli architetti. Ma vi chiedete come campano? Vi chiedete come pagano i lussi che si permettono?

Apriamo gli occhi. Viviamo nell’estrema provincia, non possiamo controllare i politicanti del potere nazionale, ma controlliamo i nostri politicanti locali. E’ gente di poco valore. Sono solo piccoli quaquaraquà, non devono farci paura. Non sanno fare altro che affamare la popolazione per far poi finta di nutrirla. E’ la loro tattica per conservare il potere.
Cerchiamo di ragionare.


Sebastian Recupero

venerdì 10 dicembre 2010

Legambiente denuncia il ritorno dei rifiuti nel Torrente Provvidenza

La battaglia di Legambiente per la pulizia del torrente parte dal 2007 e dopo due anni di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, di giornate di volontariato, di petizioni e di intermediazione con le istituzioni, nel 2009 la Protezione Civile decide di inserire il Torrente Provvidenza di Patti in un progetto regionale di recupero dei torrenti, stanziando 50.000 EURO.
La pulizia dell'alveo viene effettuata e le montagne di rifiuti trasferiti in discarica, però a quest'intervento non è seguita, né da parte della Protezione Civile né da parte del Comune di Patti, la regolamentazione ed il controllo degli accessi all'alveo del torrente.
Non dando ascolto ai continui richiami del Gruppo locale di Legambiente e con il solito rimpallo di responsabilità e competenze, l'invito ad intervenire celermente non è stato accolto, e ancora oggi l'alveo del Torrente è di libero accesso. Purtroppo questo comporta il serio rischio di vanificare il lavoro di pulizia e di recupero ambientale fatto, in quanto lo scarico di rifiuti, materiale inerte soprattutto, è ripreso.
Il Gruppo di Patti del Circolo di Legambiente continua il suo lavoro e oggi denuncia questo stato di cose!


Di seguito pubblichiamo l'esposto inviato all'ufficio del Genio Civile di Messina, alla Provincia Regionale di Messina, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Messina, alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Catania, al Comando della Polizia Municipale di Patti ed alla Procura della Repubblica:

Oggetto: abbandono di rifiuti nell’alveo del torrente Provvidenza.

Per molto tempo, l’alveo del torrente Provvidenza è stato utilizzato alla stregua di una discarica di rifiuti a cielo aperto nella generale indifferenza.

Nel 2007 il gruppo di Patti del Circolo dei Nebrodi di Legambiente ha avviato una campagna di volontariato per il recupero e la tutela del torrente.

Al contempo, ha sensibilizzato l’opinione pubblica e le istituzioni preposte alla tutela del torrente affinché :

· venissero ripristinate le condizioni minime di sicurezza idraulica e di decoro civile,

· adottate le misure di controllo e regolamentazione degli accessi

· creata una discarica di inerti a servizio del territorio di Patti.

La campagna ha avuto vari momenti di approfondimento (incontri con la popolazione, raccolta firme, proposte di recupero, convegni) e di intervento diretto da parte dell’associazione con diverse giornate di pulizia dell’alveo del torrente. Inoltre l’impegno del gruppo ha avuto un rilevante risultato in un importante appalto, gestito dalla Protezione Civile, finalizzato alla rimozione dei rifiuti; intervento inserito in un piano più generale della Protezione Civile dedicato appunto alla risistemazione di diversi torrenti siciliani.

A queste iniziative non sono seguite però le necessarie misure di vigilanza per l’inibizione dell’accesso all’alveo del torrente da parte di quei mezzi che sistematicamente vi riversano rifiuti d’ogni genere. Questo nonostante le continue sollecitazioni con incontri, articoli, lettere e comunicati stampa circa la necessità di chiudere e regolamentare tale accesso.

Pertanto, a distanza di un solo anno dalla fine dei lavori, la situazione è tornata molto critica da tutti i punti di vista (idraulico, sanitario, paesaggistico) vanificando le azioni svolte e seminando sfiducia nei cittadini.

Premesso e denunciato quanto sopra, ritenuto che il torrente Provvidenza è sottoposto a vincoli derivanti da leggi statali e regionali, si invitano:

- gli Enti preposti alla sua tutela a verificare la situazione e ad intraprendere le azioni di loro competenza;

- il nucleo operativo ecologico dei Carabinieri ed il Comando della Polizia Municipale di Patti ad accertare le infrazioni denunciate e, possibilmente, individuarne i responsabili;

- la Procura della Repubblica di Patti a valutare se nei fatti segnalati sono riscontrabili profili di carattere penale.



Carmelo Ceraolo


mercoledì 8 dicembre 2010

Patti: Consulta giovanile, la posizione di SEL

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa inviatoci da SeL Nebrodi in merito alla imminente istituzione della Consulta giovanile di Patti.

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TESTO DEL COMUNICATO:

Il Circolo dei Nebrodi di Sinistra Ecologia e Libertà, con riferimento alla vicenda della Consulta giovanile di Patti, intende sottolineare l'inadeguatezza del percorso e dello Statuto elaborati in questi mesi. Meritevole di attenzione è, in particolare, l'atteggiamento dell'amministrazione comunale pattese che non ha tenuto in considerazione le richieste di colloquio e i suggerimenti provenienti dal “Comitato per la Consulta giovanile” e che ha istruito un limite di età di 22 anni per la partecipazione alla Consulta. Tale limite, difforme a quello presente nella maggioranza dei casi, nei fatti, taglia fuori dalla rappresentanza importanti settori della realtà giovanile, quali il mondo associativo, quello universitario o le nuove identità lavorative, rendendo quest'organo, ponte fra i giovani e il mondo delle istituzioni, quasi del tutto inutile.
Ancora una volta, quindi, l’amministrazione comunale Gullo-Venuto dimostra le proprie carenze politiche che derivano dal non sapere ascoltare la società facendo incomprensibili cernite tra gruppi di persone (oltre al limite d'età, tra l'altro, la convocazione di un tavolo di discussione, per nulla tecnico, composto da pochi rappresentanti d'istituto delle scuole medie superiori), e manifesta di avere le idee confuse sul ruolo delle Consulte e sul loro funzionamento.
E' necessaria pertanto la sospensione del processo in corso e la convocazione urgente di un tavolo tecnico che coinvolga e spinga davvero alla partecipazione i giovani pattesi.

Sinistra Ecologia e Libertà - Circolo dei Nebrodi "Pier Paolo Pasolini"

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Redazione.