giovedì 21 febbraio 2013

Dedicato

Dedicato a chi oggi pubblica scandalizzato la foto di Mauro Aquino insieme a Silvio Berlusconi, mentre alle scorse amministative s'è fatto i cazzi propri. E che anzi, a parte facebook, continua a farseli.
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"Un futuro che, torno a dire, deve essere inquadrato ideologicamente in modo più forte, anche in contrapposizione con i modelli di sviluppo, o con i metodi, che si sono predicati altrove. A questo proprosito, costruire una nuova identità della nostro comune partendo da quello che ci hanno lasciato i nostri avi, ci consentirà di trovare un equlibrio e uno stile di vita tutto nostro, particolare e anche affascinante. Affascinate perché la prospettiva da inseguire non dovrà essere l'omologazione ad altre città e ad altre realtà , ma la diversità.

Per questo, e per il fallimento del modello economico e culturale capitalistico, reputo delle idiozie le economie basate sul cemento fini a loro stesse; i centri commerciali che siano tempio del consumo e che, dopo aver ucciso la rete del micro commercio cittadino, andranno in fallimento; i porti che non si sa bene, al di là del solito discorso facilotto sulle isole eolie, chi debbano portare e perché; le carceri come fonte di economia per una città; e tutto quanto ci sia di affine.

Detto ciò, andiamo oltre. Tanto si sa che "sono lungo".
Voglio ripartire da questo assunto: Gullo e Venuto non sono il problema, ma la conseguenza del problema.
Quindi stiamo cercando qualcosa più profondo. Qualcosa che, in fine, ha a che vedere con la nostre virtù civiche. Infatti, se tutti noi cittadini pattesi fossimo dei virtuosi della civitas (e credessimo nelle istituzioni... che chiamiamo in causa solo per qualche danno che ne riceviamo) innazitutto non accetteremmo di essere pagati per votare questa o quella persona: è sintomo di subalternità ai gruppi di potere e non di furbizia. In oltre ci idigneremmo: perché la città è sporcata da concittadini incivili e le istituzioni non provvedono a redarguire nessuno; perché le nostre spiagge sono sporche; perché in mare ci finiscono fogne abusive; perché ci sono discariche nei nostri torrenti; perché al comune non ci forniscono i documenti che ci servono in tempi brevi; perché in Consiglio comunale ci vanno persone che a volte non capiscono nemmeno di cosa si parli o che non sono mai intervenute su nessun tema perchè incapaci e analfabeti; perché i beni pubblici di utilità e quelli artistici vengono abbandonati a loro stessi; perché forse esiste la possibilità di farsi annullare una contravvenzione; perché l'unico servizio sul quale si doveva spingere di più a Patti è il Liceo scientifico (mentre aumentava il suo numero di iscritti) e invece non si è fatto; perché si è costruito ovunque, e a dismisura, facendo gli interessi della massoneria e dei costruttori e deturpando irreversibilmente l'ambiente; perché c'è una cazzo di concattedrale verde a forma di pattumiera e nessuno sa a che cosa serve realmente; perché si conferiscono cittadinanze onorarie a volte in modo ambiguo e a volte senza cognizione di causa a personaggi dubbi o comunque irrilevanti per la città, i suoi sentimenti e la sua costruenda identità; perché un sindaco così...davvero non si può. E tante altre cose.
[...]
E poi però ci sono quelli che vogliono "cambiare": perché è giusto, perché "adesso basta", perché "non ficiuru nenti", perché si può fare questo, quello e quell'altro. Ma, nella sostanza, come intendono cambiare? Andando ancora una volta a portare il consenso ai sistemi di potere che hanno generato i mali della società odierna, in modo più o meno evidente?
"Cambiamo", dicono in molti: ma dovremmo cambiare davvero, non solo con le intenzioni e proponendo la nostra alterità come la cosa sicuramente migliore. La soluzione, a volte, rischia di essere peggiore del male. Noi rischiamo di essere peggiori di Gullo, se non ci decidiamo per un cambiamento complessivo nel metodo, nei contenuti di fondo (e non sono nelle applicazioni superficiali), nella direzione e anche nei nomi della gente con la quale si ha a che fare.

Io detesto chi è amico di tutti. Non si può essere amici di tutti. Figuartevi come detesti chi pensa che la politica sia univoca e che le azioni politiche possano essere condivise nello stesso modo da tutti. Non esiste una "politica del fare": è una finzione post-ideologica e berlusconiana. Esiste la politica. Punto.
Molti nuovi gruppi contro Gullo e Venuto parlano di clientelismo solo adesso (all'improvviso è il tema giusto per buttare giù dal cavallo quelli che per ora comandano) -  comunque dico "finalmente!"- e si adoperano nel citare quello che l'amministrazione poteva fare e non ha fatto. Ma cazzo, non basta.
Ma chi è il cambiamento? quelli che hanno la tessera dei partiti che hanno sperperato (e intascato) i soldi nell'ATO ME 2?
Quelli che hanno la tessera del partito che ha creato gli ATO?
Quelli che hanno la tessera di partito degli stessi politici che hanno piazzato i loro uomini negli ospedali?
Quelli che hanno la tessera del partito che ha distrutto questa regione e questa provincia?
Quelli che hanno la stessa tessera di partito di chi non ci hanno fatto realizzare il Liceo di Patti?
Quelli che hanno la tessera di partito dei mafiosi condannati a 7 anni per mafia?
Quelli che hanno la stessa tessera dei partiti che hanno fatto clientela e assistenzialismo con minor forza qui in città, ma con più forza negli altri enti e paesi?
Quelli che vi hanno fatto fare il corso di formazione, istituito ad hoc?
Quelli che organizzano le sagre e le feste per dare la parvenza di amare la città?
Quelli che vi volevano privatizzare la gestione del servizio idrico?!!
Quelli che sono inseriti nei sistemi di poteri a tutti i livelli?
Quelli che prima sono stati eletti per stare in un sistema di potere, con i metodi di chi è eletto per clientela, e poi fanno gli oppositori solo per divisioni interne??

Questo è il cambiamento?

Allora, mi rivolgo a tutti i pattesi che stanno, in questi giorni, preprandano le proprie liste ed i propri programmi: cercate di capire fino in fondo quello che state facendo e dove state andando!"
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Il brano tratto da un mio articolo del 29 gennaio 2011, pubblicato su questo blog.
Mi scuso solo per la grammatica, un po' grezza. E perché al tempo credevo ancora che votare fosse importante. Ma tutto è conseguenziale.

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