venerdì 15 febbraio 2013

No Muos: un battaglia anti-imperialista che può cambiare il mondo

Qui non si tratta di dichiarare i siciliani padroni a casa propria; non si tratta di preservare gli spazi naturali e il suolo pubblico; non si tratta di tutelare la salute dei siciliani; non si tratta nemmeno di ripudiare uno strumento di guerra, né la guerra stessa. Qui si tratta di innescare una trasformazione globale. Ma questa trasformazione si può innescare solo se c'è un popolo davvero informato, e finalmente cosciente della portata di questa battaglia; del significato di questo rifiuto.
Un governo regionale o nazionale può cedere ai meccanismi del sistema, al bon ton (o opportunismo) diplomatico; un popolo consapevole invece non può essere fermato. E questo popolo è un popolo globale.

Non dovranno essere i siciliani a rifiutare l'impianto di antenne satellitari sul territorio che sentono proprio; dovrà essere un popolo più vasto, che oggi si unisce non già sulle fratture territoriali ed entro i confini della modernità, ma generato dalla liberazione cosmopolita dal nazionalismo, per la quale anche il termine "trasversale" tende ad essere inutilizzabile. E' il popolo ultranazionale unito dall'avversione all'imperialismo del XXI secolo; il popolo che, in ogni parte del pianeta, lancia un grido di cambiamento contro le offese alla propria vita. Un cambiamento che, tuttavia, spesso non sa raccontare; ma che, in fin dei conti, significa la fine della religione moderna fondata progresso antropocentrico, sull'accettazione legalizzata della prevaricazione e subordinazione economica e sociale, cioè sull'economia capitalistica, oggi liquida e finanziaria.

Tutto il mondo a Niscemi, tutto il mondo è Niscemi.
Le istanze di trasformazione della società globale attraversano le contingenze dello stato di salute del welfare e si spingono fino allo stato di salute del pianeta, attraversando la ribellione del sangue e dell'anima contro gli abusi della potenza militare e del potere persuasivo della società dei consumi.
Impedendo agli U.S.A. di realizzare il loro progetto di fortificazione del dominio militare sul mondo, finalizzato al rinnovo della vittoria dell'ideologia neoimperialista occidentale e della sottomissione culturale al modello democratico liberista, si vincono, tutte assieme, le battaglie per la salute, per la tutela del territorio, per il bene comune ed i beni comuni, per il ritorno della responsabilità sociale dell'economia.
La Sicilia, in Europa, lancerebbe un moto di cambiamento democratico e popolare. Ma, ripeto, serve un popolo unito e consapevole. Serve un popolo senza confini.

Il Presidente Crocetta andrà a colloquio con l'ambasciatore americano ed i suoi funzionari: la paura di una ricatto è fortissima. Ma noi siamo qui per vincere, al di là dei ricatti istituzionali. Noi dobbiamo esserci sia per sostenere Crocetta, sia per scavalcarlo, grazie alla forza della nostra organizzazione che è parallela alla realtà dello Stato liberal-democratico in cui ci troviamo.
L'auspicio è che i cittadini del mondo, liberamente uniti in gruppi denazionalizzati, e fuori dalle istituzioni tradizionali, abbiano la capacità di divenire soggetti della politica internazionale, partendo da occasioni come quella del MUOS.

Il 30 Marzo a Niscemi, se la manifestazione nazionale verrà confermata (e speriamo), dovremo portare la consapevolezza. Ed in tutte le sedi, in tutti i momenti, condurre la stessa lotta delicata, per vincere non solo oggi ma anche domani. Per non far morire l'eventuale vittoria della prima battaglia, dimenticandone il senso più profondo, cioè l'avversione alle attuali leggi del sistema internazionale.

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