mercoledì 20 gennaio 2010

Il liceo scientifico e la morale perduta.

Da molti mesi ormai si rincorrono le voci circa la chiusura dei plessi di c/da Rasola e piazza Gramsci del liceo scientifico di Patti. Pare che l'assessorato provinciale alla pubblica istruzione abbia finalmente capito che le strutture in questione non sono sicure. Purtroppo quello che colpisce è il totale disinteresse della cittadinanza e, soprattutto, delle amministrazioni provinciale e comunale.
Recentissime voci danno per certo l'imminente sfratto degli studenti: si parla del prossimo anno scolastico (2010/2011). Tuttavia non vi sono ancora certezze.
E' del giugno scorso l'ultimo bando per la ricerca di edifici privati, cedibili in locazione, "da adibire a Istituto Scolastico". Com'era prevedibile, a tutt'oggi, le strutture sono rimaste quelle.
La situazione è ad un bivio. Si è discusso circa lo spostamento delle classi presso l'edificio dell'Asl di Case Nuove Russo ma anche su questo versante sembra non si possa procedere. L'edificio pare sia destinato, ormai quasi con certezza, ad ospitare la nuova casa di riposo per anziani. L'alternativa fin'ora paventata e per nulla auspicabile è quella dei doppi turni - ossia dello sfruttamento delle medesime aule da classi diverse in orari diversi - presso la sede del liceo classico di via Trieste.
La cronostoria delle vicende relative al Liceo scientifico ci parla dell'impegno profuso negli anni da studenti, associazioni e insegnanti affinché si costruisse la nuova struttura promessa da circa 40 anni. Nel 2006 e nel 2007 l'associazione studentesca "Unione Degli Studenti di Patti" aveva portato avanti una lunga trattativa con la Provincia regionale di Messina, in particolare con il suo ex presidente Salvatore Leonardi e con l'allora assessore provinciale Spoto, al fine di puntare alla realizzazione del nuovo liceo. Sforzo conclusosi con l'accordo di tentare un bando di gara in leasing finanziario al quale avrebbero dovuto concorrere imprese private anticipando la somma per la realizzazione dell'opera, che poi l'amministrazione provinciale avrebbe restituito con rate mensili. Di bandi se ne sono fatti 2 ma ovviamente nessuna impresa si è presentata. Purtroppo gli studenti hanno capito tardi - ma diciamo che lo scetticismo c'era stato da subito - che con questo metodo non si sarebbe arrivati da nessuna parte. Per altro ricordiamo che l'ex consigliere provinciale Lucio Melita, allora, aveva fatto affiggere dei manifesti che spiegavo alla cittadinanza che grazie ai consiglieri provinciali pattesi e all'amministrazione provinciale, supportati dall'impegno dei ragazzi, il liceo scientifico era finalmente cosa fatta! Ovviamente non è stato così: ci sarà rimasto male.
Il grido d'allarme sulla sicurezza della scuola pattese, nel 2006, è giunto anche all'ex ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, con la consegna di un fascicolo ben redatto da uno dei responsabili dell'Uds, Alessandro Albana, il quale lo ha fatto pervenire tramite le strutture del partito "la Margherita" di Patti. Anche in quel caso la risposta non ci fu.
Ad ogni modo, fallita l'opzione del leasing finanziario, la discussione è del tutto venuta a cadere.
Adesso vogliamo informare i pattesi che il gruppo che fa riferimento a questo blog, oltre ad alcune associazioni che operano sempre nel nostro comune, riprenderanno l'annosa battaglia del liceo nel senso di una "ricostruzione" culturale della città di Patti.
E' doveroso aggiungere che, negli anni, i membri delle associazioni pattesi che hanno lavorato alla risoluzione del caso hanno maturato una più ampia visione dei fatti. In particolare una questione importantissima è quella che tratta l'entità del progetto approvato del nuovo liceo. Esso, approvato qualche decina di anni fa, parrebbe essere ormai superato e non idoneo alle nuove esigenze della didattica: si tratta infatti di una struttura con 10 aule dedicate alle lezioni e altre 5 dedicate a laboratori e uffici. Non bastano. Oggi, valutando la permanenza di almeno 3 delle 4 sezioni attuali, sarebbero necessarie almeno 15 aule più i laboratori.
Questo discorso pare al momento superfluo, in quanto non si hanno segnali di alcun tipo dalla Provincia regionale di Messina e dal suo nuovo presidente Nanni Ricevuto. Tuttavia dovrà essere oggetto di un'attenta discussione, una volta tanto, da parte delle commissioni provinciali che si occupano di edilizia scolastica e opere pubbliche.
Una buona parte dei gruppi studenteschi e della cittadinanza vedeva di buon occhio la possibilità dello spostamento ad una struttura già esistente ma al momento questa ipotesi resta in bilico. Certo è che continuare a pagare i canoni d'affitto per delle strutture pubbliche equivale a buttare reiteratamente i soldi dei contribuenti - cioè tutti noi cittadini - nel cesso.
Adesso una piccola riflessione.
Da 40 anni si deve fare il nuovo liceo; da 40 anni le nostre strade e autostrade mietono vittime; sempre da 40 anni il bilancio della provincia è in crisi; e dallo stesso spazio di tempo continuano a verificarsi gravi problemi ambientali. Ma sono anche 40 anni quelli in cui si percepisce un lento decadimento delle sovrastrutture culturali dei nostri territori. E sono 40 anni che la Regione non risolve la questine sanità, che si chiudono le guardie mediche necessarie, che si specula sull'edilizia, sulla sanità, sulle attività produttive maggiori. Sono 40 anni che la monnezza si butta in discarica... e che non si differenzia o si contiene la quantità di rifiuti prodotti. Sono 4o anni...di morti per inquinamento e di nascite con gravi tumori o modificazioni genetiche. Sono 40 anni di morti ammazzati per mafia. Sono 40 anni...di governo siciliano e messinese. Sempre nelle mani degli stessi gruppi di potere politico ed economico. Sono 40 anni persi, per la Sicilia.

L'incapacità di assolvere alle funzioni di propria competenza denota una indiscutibile inadempienza delle strutture di governo territoriali. L'edilizia scolastica, così come l'ambiente e le infrastrutture viarie e non, sono di competenza delle provincie. Evidentemente se i problemi non si risolvono mai è perché si sono adottate politiche e le strategie sbagliate. Oppure non si sono adottate per nulla politiche e si è solo provveduto a tappare buchi. Questo porta all'ovvia conclusione per la quale, ogni tanto, si dovrebbe cambiare gli amministratori...la loro natura. Ma incredibilmente, nella provincia di Messina e nella regione Sicilia, la regola sociologica dell'alternanza non vale. Uno strano caso per la statistica e un chiaro segnale per gli osservatori socio-politici. Non è il caso di aggiungere altro. Chiudiamo con una domanda: è forse possibile che il clientelismo, l'asservimento del diritto positivo all'autorità fittizia (che col voto si fa reale) delle grosse lobby e della mafia di ultima generazione, possano creare una situazione di stallo di questo genere?
Il siciliano figlio delle baronie, della necessità di esser comandato e indirizzato così come di essere assistito; il siciliano sempre più autonomista e federalista... però in senso assistenziale e di scontro sociale con chi per anni ci ha campato e ha campato, indirettamente o direttamente, la mafia ovvero lo Stato; il siciliano fatalista, che non crede che le cose possano cambiare, che non avverte il peso della sua esistenza e dalla sua azione...uniche componenti determinanti nell'attribuzione e nel riconoscimento di un "potere"; il siciliano che infondo vuole vivere schiavizzato, purché respiri e si'illumini di borghesia. Questo siciliano, non è un mio simile; non è un mio fratello; non è.
Questo siciliano non capirà la logica gattopardesca dell'alleanza MPA-PD....né la divisione politica degli autonomisti dai "libertari, conservatori, ipocriti, lobbisti e massoni". La crede positiva? Spero che sappia che si tratta di un regolamento di conti e di uno scambio di poteri; della corsa alla conquista di un nuovo controllo lobbistico della cosa pubblica. Se cambiano le persone fisiche, ma le persone non cambiano...è meglio continuare a ringraziare e a riverire. E non crucciarsi più di tutto il resto.

Sebastian Recupero

2 commenti:

  1. Ciao Sebastian, sono Armando. I problemi a Patti sono tanti e, come ho più volte evidenziato, legati sopratutto all'atavica ignoranza e rassegnazione di questo paese. Nessuno si occuperà mai seriamente della questione se non sono i cittadini stessi a chiedere che ciò sia fatto. Se per le strade non scendono a manifestare le mamme, oltre ai figli, i padri, i nonni, tutti gli pseudo professionisti che ci sono in giro, avvocatucci, mezzi bancari, finti imprenditori etc etc, allora quest'annosa questione non si risolverà mai. Il tuo post è troppo lungo per chi non sia davvero interessato a queste problematiche, quindi anche in questo caso, il tuo appello sarà vano. ( Solo io finora ho commentato ).

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  2. La speranza è sempre l'ultima a morire: per quanto riguarda la presa di coscienza e per quanto riguarda i commenti. (?!) :-)

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